MARISTELLA CARBONIN
Cronaca

L’ultimo desiderio di Aurora: "Vorrei accarezzare un cavallo". Emozionante incontro all’hospice

La donna sta affrontando un percorso di fine vita e ha voluto vincere una delle sue paure. Allunga una carota allo stallone Ice: "Stavolta ce l’ho fatta a superare il mio irrazionale timore".

Aurora ha 80 anni, è malata terminale. E ha sempre avuto una paura irrazionale dei cavalli. L’ultimo suo desiderio era superarla

Aurora ha 80 anni, è malata terminale. E ha sempre avuto una paura irrazionale dei cavalli. L’ultimo suo desiderio era superarla

Il muso caldo di Ice si è avvicinato delicato alla mano di Aurora. Si sono guardati. Lei, quel giorno, ha deciso di provare a saltare un piccolo ostacolo, prima di essere costretta a saltarne uno immenso e definitivo. Aurora ha 80 anni, è malata terminale. E ha sempre avuto una paura irrazionale dei cavalli. Divertita del suo coraggio, in quell’istante Aurora ha sorriso. Alla vita, alla paura, a cui ha fatto marameo porgendo una carota al bellissimo Ice.

Aurora sta affrontando un percorso di fine vita all’hospice ’Fiore di primavera’ di Prato, gestito dalla Asl Toscana Centro, al cui interno operano i volontari di File (Fondazione Italiana di leniterapia). Qui, nel giardino dell’hospice, gli operatori e il personale di File hanno deciso di realizzare l’ultimo desiderio di Aurora: accarezzare un cavallo. "Nella mia vita ho sempre avuto paura dei cavalli, una paura inspiegabile e irrazionale. Ora che sono arrivata alla fine della vita, ho provato a superare questo timore". È stato un piccolo miracolo: la signora si trova in carrozzina, non ha autonomia negli spostamenti. Uscire dall’hospice era impossibile. E così, grazie anche all’azienda agricola Dei Re di Comeana, è stato possibile fare arrivare Ice, un bellissimo cavallo di 18 anni, direttamente nel giardino della struttura.

Quando il futuro è ostaggio di mali maledetti, forse la libertà è anche in piccole rivincite, follie. Brividi di vita. "Questa volta ce l’ho fatta a vincere la mia paura", ha detto Aurora, dopo aver allungato la carota ad Ice, con il personale dell’hospice e gli operatori del maneggio accanto. Insieme a lei c’erano anche altri pazienti dell’hospice: sono state ore speciali per tutti.

Nei tavolini allestiti nel giardino della struttura, c’era una scatola: "E tu che desiderio hai?". Perché la malattia spacca la vita in due, come una mela: c’è il tempo che è stato, e il tempo che resta. Quella scatola è rimasta lì affinché anche gli altri pazienti potessero esprimere un loro piccolo grande sogno.

"Dare valore e dignità alla vita, proprio come fanno le cure palliative, vuol dire anche cercare, quando è possibile, di dare spazio a quei desideri che assomigliano a sogni e che permettono, in qualche modo, di chiudere il cerchio e dare significato al tempo che resta", ha sintetizzato bene la presidente di File, Livia Samminiatelli Branca: "Ogni giorno negli hospice in cui operiamo gli operatori e i volontari di File cercano di esaudire i piccoli desideri quotidiani". Sentire il sole sulla pelle, leggere i giornali, fumare una sigaretta, anche. Ché quando il futuro sfuma anche quello che fa male, non fa più così male. O vincere una paura, come quella dei cavalli.

Una scrollata di criniera, Ice ha ricambiato la carezza. Poi si è voltato, ha guardato il cielo. Perché i cavalli appartengono un po’ all’uomo e un po’ al vento. E ora anche Aurora lo sa.