REDAZIONE PRATO

L’ultimo regalo di Lara Vinca Masini Il Pecci avrà il suo prezioso archivio

La storica dell’arte fiorentina si è spenta a 94 anni e ha lasciato al museo pratese circa 200.000 pezzi. Si tratta di cataloghi, lettere e opere raccolti in 60 anni. "Li renderemo accessibili al pubblico"

È morta a 94 anni Lara Vinca Masini, storica dell’arte e critica militante fiorentina, colonna portante dell’arte contemporanea. Autrice di numerosi saggi, presentazioni, articoli, monografie e curatrice di mostre, è stata un punto di riferimento per intere generazioni, un faro che ha saputo illuminare l’ambiente culturale con intuizioni originali e posizioni spesso controcorrente. Alla morte la sua vasta attività di studio e di ricerca sarà presa in carico dal Centro Pecci a cui, dal 2010 Lara Vinca Masini aveva destinato post mortem il patrimonio documentale raccolto in oltre sei decenni di attività.

"Il Centro di documentazione arti visive del Museo Pecci è una realtà importantissima e desidero che dopo la mia morte i miei libri trovino casa in quel bellissimo e prezioso contesto", disse allora. Un lascito di circa 200.000 pezzi, fra cataloghi, articoli su quotidiani e riviste specializzate, lettere, contributi in volumi, materiali fotografici e multimediali, presentazioni di mostre, insieme ad alcune opere grafiche, di cui il Centro ha avviato da alcuni anni il riordino e la catalogazione grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. "La ricordo nella sua casa sommersa dai libri, il corpo affaticato dagli anni e dalle infermità, la mente sempre viva e pronta", dice Cristiana Perrella, direttrice del Centro Pecci. "È stata di quei critici che fondano il loro pensiero sull’esperienza vissuta dell’arte ma anche sull’approfondito studio dei documenti, raccogliendo lo straordinario archivio che ha deciso di destinare al Centro". L’archivio, conclusa la fase di riordino, sarà reso disponibile per la fruizione al pubblico. "Lara Vinca Masini era una figura di grande respiro, curiosa e attenta testimone delle trasformazioni dell’arte che ha saputo guardare fra le intersezioni", è il ricordo di Stefano Pezzato, responsabile collezioni e archivi del Centro. "Ora abbiamo la grande responsabilità di mantenere vivo e vitale questo grande patrimonio che, per generare conoscenza e non restare un deposito inerme, ha bisogno dell’investimento di tutti". Una prima occasione per valorizzare il prezioso lascito potrebbe già venire con la mostra in programma a fine 2021 "Musei di carta", anche se è ancora prematuro parlarne. Nella sua lunga carriera Masini si è occupata di tendenze e tematiche centrali nella storia delle arti dal secondo Novecento, spaziando dall’architettura al design con particolare attenzione alla cultura artistica e architettonica toscana. Nel 1964 fonda il Centro Proposte, laboratorio di mostre itineranti aperte al dialogo tra diversi linguaggi creativi; nel 1974 coordina la Prima Biennale del Museo Progressivo di Livorno. Nel 1978 cura parte del contributo italiano per la XXXVIII Biennale di Venezia, due anni dopo realizza a Firenze "Umanesimo Disumanesimo nell’arte europea 18901980" chiamando artisti internazionali a realizzare interventi site-specific nello spazio urbano della città rinascimentale. Nel 1986 ottenne il Premio dei Lincei per la critica.

Francesca Tassi