L’unione fra i territori. Nasce la "città del fico"

Una rete di territori uniti dalla produzione dei fichi secchi. Si chiama "Le Città del fico" e i primi...

Una rete di territori uniti dalla produzione dei fichi secchi. Si chiama "Le Città del fico" e i primi passi per la sua nascita sono stati compiuti a Carmignano in occasione di "Benvenuto Fico Secco". Il Comune di Carmignano ha gettato le basi insieme ad ad Atessa (CH), San Michele Salentino (BR), Xaghra (Malta), Gozo (Malta) e alle associazioni dei produttori, per costruire un sistema territoriale dove "il fico è una coltura, una tradizione, una cultura". L’idea è quella di mettere insieme istituzioni, produttori, aziende e associazioni, in Italia, in Europa e anche oltre, che si riconoscono nel fico, nello sviluppo del prodotto e della sua tradizione. Un po’ quello che Carmignano già fa con "Le Città del vino", l’associazione nazionale che riunisce zone depositarie di Dop e Igp, di cui peraltro il sindaco Edoardo Prestanti è il coordinatore toscano. L’obiettivo è anche sconfiggere quegli insetti, nel caso di Carmignano il "punteruolo nero", che distruggono le produzioni. Per discutere di questo è intervenuto l’europarlamentare Dario Nardella, membro della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale a cui i produttori, i politici e le associazioni hanno recapitato la richiesta di aiuto all’Unione europea per debellare i parassiti che funestano le coltivazioni. "E’ un aiuto – dice l’assessore all’agricoltura Dario Di Giacomo – che secondo "Le Città del fico" deve estendersi a valorizzare il fico e le produzioni, come quella di Carmignano: prodotto tipico unico in Toscana, annoverato tra le 455 specialità tutelate dalla Regione".

M. Serena Quercioli