
di M. Serena Quercioli
Green Pass obbligatorio per i docenti? Per presidi e sindacalisti pratesi le priorità nel mondo della scuola sono altre. In Toscana l’85% dei docenti è vaccinato e un’altra buona percentuale è in attesa di farlo fra questo mese e settembre. "I sindacati e l’associazione presidi – spiega Filomena Di Santo della Cgil scuola – incontreranno il ministro per avere una serie di chiarimenti in quanto la campagna di vaccinazione richiede anche dei tempi tecnici: ad esempio chi ha avuto gravidanze o altre malattie è in ritardo rispetto ai colleghi. A fronte di un’alta percentuale di insegnanti col Green Pass – insiste Di Santo – abbiamo pochi studenti vaccinati e una fitta serie di problemi irrisolti: il distanziamento, le classi pollaio e il rientro degli alunni dalla Cina alla spicciolata che dovranno essere iscritti a scuola".
I sindacati della scuola di Prato hanno sostenuto il più possibile la campagna vaccinale e i risultati sono concreti con punte del 90% in alcuni istituti, ma l’idea di far controllare ai dirigenti il possesso o meno del Green Pass da parte di colleghi e personale amministrativo e collaboratori, in sostanza non convince un granché: "Far gestire il Green Pass al dirigente – aggiunge Daniela Scarlato della Cisl – è eccessivo, così come divulgare circolari con la decurtazione dello stipendio dopo 5 giorni di assenza. Siamo favorevoli al vaccino ma la campagna deve essere per tutti: oggi abbiamo l’85% di insegnanti vaccinati e il 15% di studenti, e se la classe va in quarantena si ritorna alla Dad". Il dato locale sul personale docente che si è vaccinato non è estrapolabile perché dopo il "vaccino day" per insegnanti e forze dell’ordine, si è aperta la campagna per fasce d’età e gli insegnanti hanno aderito a questa. I dirigenti scolastici adesso raccoglieranno i Green Pass per capire per ogni istituto quale è la situazione esatta.
"In questi giorni – spiega Paolo Cipriani, preside dell’istituto superiore Marconi – farò una bozza di circolare per invitare i docenti a comunicare l’avvenuta vaccinazione. Ma sono certo che al nostro istituto siamo prossimi al 90%. Manterrò i colleghi a distanza, ma il vero problema sono gli studenti che non sono vaccinati. Nei provvedimenti emanati serve equilibrio – aggiunge il professor Cipriani –, a mio avviso la mascherina è utile mentre non serve tenere le finestre aperte: in inverno semplicemente non si può fare. Così come è impossibile garantire in aula un distanziamento sempre maggiore".
Anche al Convitto Cicognini su circa 180200 dipendenti il 90% è vaccinato: "Abbiamo cominciato a febbraio – sottolinea la preside Giovanna Nunziata – e la risposta del personale, anche quello precario che torna sempre da noi, è stata eccellente. A settembre arriveremo al 95%. Diversi aspetti però il ministero li deve tutt’ora chiarire: il dirigente scolastico non può lasciare a casa l’insegnante perché non vaccinato. Il motivo? Il datore di lavoro dell’insegnante è il ministero e non il dirigente. Poi esiste la questione aperta dell’accesso a scuola di altre figure: dagli operai ai fornitori ai genitori, è chiaro che se noi dobbiamo mostrare il Green Pass per ristoranti o cinema, lo stesso allora devono fare i soggetti che entrano nella scuola. Sino ad oggi abbiamo utilizzato il registro presenze, la misurazione della temperatura... Ma io come preside devo assolutamente sapere se chi entra anche per dieci minuti è in regola, e su questo non ci vedo nulla di strano".