Malati oncologici: "Dopo il tumore continui rinvii per la ricostruzione"

Il calvario di una quarantenne pratese: "Bene le cure e l’assistenza ma ho subito un balletto di date per tornare ad una vita normale". E anche l’ultimo appuntamento in sala operatorio è slittato .

Malati oncologici: "Dopo il tumore continui rinvii per la ricostruzione"

La prevenzione è passaggio fondamentale per la tutela della salute

Dopo l’odissea attraversata due anni fa per ottenere i referti degli esami sul tumore al seno, che non arrivavano mai tanto da doversi rivolgere a laboratori a pagamento fuori regione, adesso la stessa paziente si trova di fronte ad un ennesima difficoltà per chiudere il suo percorso di ritorno completo alla vita dopo l’intervento chirurgico ed il ciclo di radioterapia.

"A quasi due anni dall’operazione – racconta la donna – aspetto ancora di potermi sottoporre alla ricostruzione estetica. Un ultimo passaggio importante e delicato anche per tornare alla normalità di vita. Sono stata contattata per una prima data disponibile per giugno, poi è stata rimandata a settembre". Se fosse andata così non sarebbe niente, ma la situazione è andata complicandosi in un tira e molla continuo tra date fissate e rinvii.

"Dopo che mi sono organizzata con il lavoro e con il periodo di ferie, sapendo di dover essere operata a settembre, sono stata ricontattata dall’ospedale Santo Stefano: mi avevano assegnata la seduta del 13 agosto, anticipando l’operazione di diverse settimane rispetto a quanto detto in precedenza. Non ho potuto accettare perché ormai avevo preso accordi anche con il mio datore di lavoro".

In attesa dell’intervento, la quarantenne ha seguito l’iter necessario per arrivare pronta alla data stabilita, i primi di settembre, tra cui la preospedalizzazione.

Ma anche stavolta, quando ormai il peggio sembrava essere passato e la data a portata di mano, c’è stato un altro niente da fare. "Neppure settembre è andato a buon fine. Niente operazione e un altro giorno da segnare in calendario – racconta – Stavolta il giorno individuato è l’8 ottobre". Memore di uno slittamento continuo, la paziente chiama qualche giorno prima in ospedale per sicurezza e per avere conferma dell’8 ottobre.

"Risponde una infermiere gentilissima che però mi fa una rivelazione che mai avrei voluto sentire: il mio nome non era più nella lista. Allora, ho chiesto dove fosse finito. La risposta è stata il 22 ottobre. Il tutto senza che ne fossi stata messa a conoscenza".

Una doccia gelata per la donna che si dice "moralmente abbattuta e in uno stato di sospensione riguardo a questo ultimo atto importante per la mia salute".

Ancora un rinvio che, ovviamente, mette in difficoltà la quarantenne che si è dovuta riorganizzare per l’ennesima volta con il lavoro da dipendente in una struttura sanitaria.

"Ho provato a cercare di capire perché sia finita in questo tira e molla – prosegue – sembra che il problema sia legato al fatto che la senologia per quanto riguarda gli interventi di ricostruzione abbia a disposizione una sala operatoria a settimana. Allora mi chiedo: a Prato si fanno tante belle iniziative per la prevenzione con i camper per avvicinare la sanità alla gente e poi, se per caso ti trovi a dover vivere la malattia ti ritrovi in balia del niente. Dopo la prevenzione, le donne non devono essere lasciate sole".

E ci tiene a sottolineare che "non sono contrariata con l’oncologia, che funziona molto bene, e dove ho trovato professionisti di livello. Ciò che mi lascia perplessa è che mancano strutture per operare la gente C’è bisogno di una maggiore tutela dei malati oncologici".

Sara Bessi