REDAZIONE PRATO

Maltrattamenti in famiglia. Allarmi con doppio arresto

A finire alla Dogaia un rumeno che alle Badie voleva uccidere la moglie. A San Giusto un altro uomo voleva lanciare dal balcone la madre e la sorella.

Maltrattamenti in famiglia. Allarmi con   doppio arresto

Una volante della polizia in servizio (. foto d’archivio

Non c’è tregua per le violenze in famiglia, che stavolta in due distinti episodi, avvenuti a poche ore di distanza l’uno dall’altro nella giornata di lunedì, sono finiti con due arresti effettuati dalla polizia di Stato e fortunatamente senza vittime. Il primo fatto è avvenuto alle Badie intorno alle 12.30. L’allarme è stato lanciato da una donna che ha chiamato la centrale operativa della questura chiedendo urgentemente l’intervento di una Volante a casa sua perché il marito l’aveva picchiata e la stava minacciando di morte. I poliziotti della Volante si sono precipitati sul posto: una volta arrivati alla porta dell’abitazione, è stato lo stesso uomo, un rumeno di 59 anni, a farli entrare confermando apertamente le intenzioni omicide nei confronti della consorte. La donna con voce tremante ed in lacrime ha raccontato che il comportamento aggressivo del marito si protraevano da lungo tempo e veniva malmenata ogni giorno. Una testimonianza che ha fatto scattare le manette ai polsi del 59enne, che poi è stato tradotto nel carcere della Dogaia con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

Il secondo intervento della squadra Volante si è reso necessario a San Giusto, sollecitato intorno alle 18 sempre di lunedì da una donna che insieme alla madre era scappata fuori casa perché il fratello le aveva minacciate di morte. I poliziotti si sono trovati di fronte due donne impaurite, che però hanno avuto la forza di raccontare quanto accaduto. Madre e figlia hanno detto che il parente, una volta rincasato aveva iniziato a prendere a calci una porta per poi passare a minacciare le due donne di lanciarle giù dal balcone dal quarto piano del palazzo.

L’uomo era in preda all’agitazione, mentre continuava a proferire frasi di minaccia e di morte nei confronti delle familiari, rivolte poi anche verso gli operatori. Gli agenti hanno fatto una perquisizione in casa: sono saltate fuori delle cartucce da guerra. Quel che è peggio è che l’uomo era già stato condannato in passato per maltrattamenti in famiglia con divieto di avvicinamento alle due familiari. Queste ultime, però, come tavolta succede, aveva deciso di spontanea volontà di riaccoglierlo nell’abitazione con la speranza, andata a vuoto, di un ritorno alla normalità.

Alla fine l’uomo è stato arrestato dalla polizia e tradotto nella casa circondariale della Dogaia su disposizione del pubblico ministero e in attesa dell’udienza di convalida.