REDAZIONE PRATO

Maltrattamenti nella rsa di Narnali Adesso l’Asl deve essere risarcita

La Cassazione ha deciso sulla costituzione di parte civile da parte dell’azienda sanitaria pratese. Per i supremi giudici c’è stato il danno d’immagine. Processo rinviato in Appello per quantificare la cifra

L’Asl ha diritto a essere considerata parte offesa e a ottenere un giusto risarcimento per danno di immagine patito. La Cassazione ha messo la parola fine sulla lunga questione che ha visto contrapporsi l’Asl, assistita dagli avvocati Silvia Nesti e Massimiliano Tesi, ai giudici di Appello che avevano rigettato la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’azienda sanitaria pratese nell’ambito del processo a carico di infermieri e oss accusati dei maltrattamenti nei confronti degli anziani ospiti della ex rsa di Narnali. Un’inchiesta-bomba che portò a indagare 17 di operatori socio-sanitari che lavoravano all’interno della casa di cura di Narnali. In 13 hanno definito la loro posizione con patteggiamenti e riti abbreviati (altre quattro posizioni sono state discusse in dibattimento e il processo si è chiuso per tutti con l’assoluzione), ma era rimasta ancora in sospeso la posizione dell’Asl che in quel processo era stata, alla stesso tempo, responsabile civile e parte offesa.

I giudici di Appello avevano stabilito che l’Asl non potesse essere fra le parti civili in quanto si trattava di reati "comuni" (ossia reati che non attengono propriamente alla sfera dei pubblici ufficiali) e che quel tipo di profilo doveva essere discusso, al limite, dalla Corte dei Conti.

L’Asl ha deciso di andare fino in fondo ricorrendo in Cassazione e ieri è arrivata la sentenza. I supremi giudici hanno stabilito che l’ente ha patito comunque il danno di immagine e che deve essere ammessa a riscuotere i risarcimenti anche perché subito dopo le misure restrittive, molti lavoratori della rsa di Narnali furono sospesi o allontananti dal servizio. L’Asl fu costretta a correre ai ripari affidando la gestione della struttura – che fino a quel momento era stata del consorzio Astir – a un altro ente, la Misericordia.

La Cassazione ha rinviato la decisione ai giudici di Appello che dovranno quantificare il danno riportato dall’Asl Toscana centro. La sentenza è arrivata a quasi otto di distanza dai fatti.

L’inchiesta fu messa in moto dalle denunce di alcuni familiari degli ospiti della casa di riposo che avevano notato i modi bruschi di alcuni infermieri e oss e che avevano visto i lividi sulle braccia e sulle gambe dei propri cari. Le indagini furono seguite dalla squadra mobile che aveva piazzato all’interno della struttura alcune telecamere. Bastarono pochi mesi di riprese per rendersi conto di quello che stava accadendo all’interno della struttura. L’intervento fu immediato in modo da mettere fine a quel supplizio a cui gli anziani ospiti erano sottoposti quasi quotidianamente.

Laura Natoli