Prato, 21 novembre 2024 – Centodieci anni festeggiati nella tranquillità di casa con i figli, i nipoti e pronipoti e con la badante con la quale vive da 25 anni. E' Mamie Tei, pratese, una delle donne più longeve d'Italia. E si può dire che è anche la “nonna d'America” perché è nata a Philadelphia il 14 novembre 1914 ma registrata all'anagrafe il 17 e cresciuta con la cultura americana.
Secondo www.supercentenariditalia.it il suo atto di nascita riporta la data 14 novembre 1913, registrata col cognome Tay, il che la renderebbe 11enne; secondo l’anagrafe italiana è nata invece il 17 novembre 1914, registrata col cognome Tei.
In Italia Mamie rientrò nel 1926 e dovette tornare a scuola, nonostante avesse completato gli studi in America: quando l’insegnante la rimproverava perché non doveva pronunciare il nome Washington con accento americano, ma doveva dire "vasington” lei ci restava malissimo perché non capiva queste imposizioni del fascismo contro tutto quello che era riconducibile all’America.
Perché il nome Mamie? Era un nome diffuso all’epoca negli Stati Uniti: lo portava anche la moglie di Eisenhower, anche se all’epoca nessuno sapeva ancora chi fosse. I genitori di Mamie Tei si trasferirono per lavoro negli Usa (seguendo un fratello musicista della madre) dove fra New York e Philadelphia nacquero i primi tre figli: Roberto, Mamie, Enrico mentre la quarta Gloria, nacque poi in Italia. L’Italia era sempre nel cuore di questa famiglia, i genitori sentivano troppo la nostalgia e così nel 1926 fecero rientro a Montiano (Grosseto).
"La zia Mamie – racconta la nipote Marcella Gori – dovette tornare a scuola in Italia e non fu un periodo facile. Dopo, conobbe un uomo più grande più di lei, Dante Conti originario di Cafaggio a Prato col quale si sposò ed è stato un amore immenso, reciproco. Lui era un agronomo, si occupava di amministrare le tenute dei Vivarelli Colonna. Il papà di Mamie, invece, lavorò anche come interprete per gli americani durante la seconda guerra mondiale”.
La generosità di Mamie si è rivelata proprio durante la guerra in Maremma: nella sua cucina sfamò i parenti, tante donne e bambini di paesi vicini, cuocendo il pane di notte per distribuirlo il giorno, e ospitò anche due famiglie di ebrei in fuga. Dal matrimonio con Dante sono nati Marcello e Giuliano e circa sessant'anni fa la famiglia tornò stabilmente a Prato. Marcello, nato nel 1948, ha frequentato il Convitto Cicognini a Prato e l’Università di Firenze laureandosi in medicina con specializzazione in anestesia e rianimazione e ancora oggi si prende cura della salute della mamma.
Giuliano, 83 anni, è stato dirigente d'azienda. Entrambi, ogni giorno, passano a trovare la madre. "La zia – prosegue Marcella – non ha fatto grandi studi ma ha imparato da autodidatta: nella sua vita ha letto di tutto, ha avuto un grande amore per la lettura, sino a poco tempo fa. Leggeva un libro a settimana, era affascinata dalla letteratura degli Stati Uniti e impazziva per Oriana Fallaci. Quando morì la Fallaci disse: ‘Come faremo senza i suoi libri?’. Io posso solo ringraziarla per tutto quello che ha fatto per me, trattandomi come una figlia e la mia famiglia”.
Sino all’età di 92 anni la zia Mamie ha dato ripetizioni al figlio della nipote che frequentava il liceo Livi, poi il Covid l’ha rallentata nelle sue abitudini. Oggi mantiene l’abitudine delle preghiere e recita il rosario per tutti la mattina. Quando a casa, di recente, è andato il parroco che mancava in parrocchia da 4 anni lei non lo ha scambiato per l’altro sacerdote e gli ha detto subito “Tu sei padre Lorenzo!”.