Un traguardo che in pochi hanno la fortuna di tagliare. Per questo quando accade è giusto celebrarlo: è il caso di Manteco, che ha appena festeggiato 80 anni di attività dedicando le ultime collezioni proprio alla memoria e alla storia di Prato. Manteco è un’azienda leader nel settore dei tessuti di alta qualità e dell’economia circolare della lana dal 1943. Fondata nel 1941 come piccola filatura da Enzo Anacleto Mantellassi, che iniziò la produzione di filati di lana riciclata, ottenuti dalla rigenerazione di vecchi abiti e coperte militari tutt’oggi è impegnata nella rigenerazione di scarti tessili.
Nel corso dei decenni, l’azienda ha mantenuto lo stesso Dna circolare ed è diventata un punto di riferimento nel mondo della moda, grazie all’alto livello di creatività, ricerca, investimenti, soluzioni tessili innovative e un approccio scientifico alla sostenibilità.
Oggi è ancora un’azienda a conduzione familiare gestita dai fratelli Marco e Matteo e produce al 100% in Toscana, in una filiera specializzata, a chilometro zero, completamente tracciata, trasparente e certificata: una rete di oltre 56 aziende tessili partner tra cenciaioli, stracciature, sfilacciature, filature, orditure, roccature, tessiture e rifinizioni che seguono la Carta degli impegni di filiera redatta da Manteco e i più alti standard produttivi. Proprio per lasciare un segno e perseguire l’innovazione sostenibile, Manteco ha creato un prodotto che incarna l’essenza del distretto pratese: la nuova lana vergine a basso impatto: ReviWool.
"ReviWool è l’acronimo di Recovered virgin wool ossia lana vergine recuperata - spiega Matteo mantellassi -. Si tratta di fibre molto fini e preziose, recuperate grazie a un sistema di produzione organizzato e ottimizzato, pensato per evitare lo spreco di materiali preziosi durante la lavorazione della lana". Manteco ha studiato a fondo il ciclo produttivo della lana e ne ha migliorato l’efficienza. "ReviWool è la lana vergine a basso impatto, l’ingrediente chiave dei nostri tessuti in lana vergine di alta gamma, nonché la chiara rappresentazione del nostro Dna e della nostra filosofia di economia circolare - aggiunge -. ReviWool sono preziose fibre provenienti dalla lavorazione della lana, che invece di essere sprecate, vengono recuperate e lavorate per creare tessuti di lana vergine di alta qualità, ma con un minore impatto ambientale. Questa linea rispetto ai top in lana vergine generici, ha un impatto del 65,6% inferiore sul cambiamento climatico, il 65,5% in meno sul consumo di acqua e il 65,6% in meno sul consumo totale di energia".
Debutta la nuova generazione di lana riciclata che fa bene all’ambiente: "Si tratta di fibre altamente selezionate, tracciate e soprattutto con impatti ambientali scientificamente provati e certificati - spiega Mantellassi - Abbiamo così creato nuove opportunità per la sostenibilità e la comunicazione: i marchi possono infatti ridurre gli impatti ambientali, continuando a utilizzare lana vergine e mantenendo un’altissima qualità e durata del prodotto, il tutto senza correre il rischio di greenwashing".
Un anno ricco di novità: tra le curiosità l’azienda ha presentato a Parigi alla fiera Pèmiere Vision che si è appena chiusa la nuova collezione ’Enzo’ di tessuti di panno iconici: "Grazie al nostro archivio il luogo in cui conserviamo tutto il nostro patrimonio, i tessuti, i colori e le fantasie – dice Marco Mantellassi – siamo riusciti a fare un’approfondita ricerca a ritroso nel tempo e abbiamo ritrovato i primi, iconici panni, pesanti e densi, che mio nonno Enzo creava con la lana riciclata".
Si.Bi.