Prato, 20 luglio 2023 – Le indagini sono ormai alle ultime battute sull’aggressione alla cameriera di 30 anni, Martina Mucci, sfregiata e sfigurata da due persone con i volti coperti da passamontagna nell’androne di casa mentre torna dal lavoro dal pub Hop’n Drop nella notte tra il 20 e il 21 febbraio.
La chiusura delle indagini è prevista per dopo l’estate, al massimo in settembre. Ma intanto, nei giorni scorsi, Valentina Cosci, sostituto procuratore a cui è affidato il delicato caso della barista, ha convocato la ragazza, in quanto persona offesa, per chiedere dei chiarimenti.
Difesa dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba, Martina Mucci ha varcato la soglia del palazzo di giustizia nel pomeriggio di martedì, rispondendo all’invito che le è stato rivolto dal magistrato incaricato del caso.
Ovviamente sul contenuto del confronto con il magistrato vige il silenzio assoluto dettato dal segreto istruttorio.
Dunque, sembrerebbe una convocazione di routine, ma che potrebbe aver fornito al magistrato dettagli e particolari necessari a chiudere con maggiore chiarezza certi aspetti di una storia così violenta. Ricordiamo che a giugno scorso c’è stata una svolta clamorosa: la procura ha indagato anche Angela Burza, 26 anni e attuale fidanzata dell’ex ragazzo di Martina, Emiliano Laurini, in carcere dal 24 aprile (difeso dall’avvocato Edoardo Burelli), e un altro giovane marocchino, Haitame Majdallah.
In particolare la ragazza sarebbe stata la mandante del pestaggio insieme a Laurini, mentre lo straniero avrebbe partecipato all’organizzazione del raid punitivo.
Sono sei gli indagati per il pestaggio di Mucci e tutti debbono rispondono di concorso in sfregio permanente, lesioni, rapina aggravata. Oltre a Laurini, sono finiti in carcere Mattia Schininà, 20 anni, difeso da Michele Savarese, che avrebbe preso parte alla fase preliminare dell’aggressione, Kevin Mingoia, 19 anni, difeso da Antonio Bertei e Alessandra Mattei, esecutore materiale del pestaggio insieme a un sedicenne che si è presentato in Questura spontaneamente dopo l’arresto dei tre complici.