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Martina Mucci, sfregiata a Prato: “Combatto anche nel ricordo di Giulia Cecchettin”

Rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica per l’ex compagno della trentenne imputato insieme ad altri per l’aggressione

Prato, 18 dicembre 2023 – “Sto combattendo anche per Giulia Cecchettin”. Lo ha dichiarato di fronte al tribunale di Prato Martina Mucci, la donna pratese di 29 anni che nel febbraio scorso è stata vittima di un agguato sotto la sua abitazione, un'azione che sarebbe stata ordita dal suo ex compagno Emiliano Laurini, oggi imputato assieme ad altre due persone davanti al gup nel procedimento che lo vede indagato per lesioni, deformazione permanente, rapina aggravata.

Gli indagati sono sei in tutto, ma solo per tre di loro sono scattate le misure di custodia cautelare. Anche gli altri due imputati - Kevin Mingoia, 19 anni, accusato di essere uno dei due esecutori della spedizione punitiva e Mattia Schininà, 20 anni, per gli investigatori colui che avrebbe messo in collegamento Laurini e gli aggressori - avevano chiesto il rito abbreviato.

Nel primo pomeriggio la decisione: sì all’abbreviato per Mingoia e Schininà, mentre per Laurini il giudizio abbreviato è condizionato alla perizia psichiatrica chiesta dalla difesa e concessa dal giudice.

Per quanto riguarda le misure cautelari, per Mingoia è già stata accolta la richiesta di arresti domiciliari con il braccialetto elettronico mentre per Schininà la richiesta di domiciliari (da scontare in Sicilia nella casa di famiglia) è pendente. Nel caso di Laurini la richiesta pende di fronte al tribunale del riesame.

Mingoia nella prima fase dell'udienza anche reso dichiarazioni spontanee nelle quali ha chiesto scusa a Martina Mucci per quello che è successo, dicendo che "non avrebbe mai voluto farlo e non lo rifarebbe mai più”.

Tra coloro che lo ascoltavano c'era anche la vittima dell'aggressione, presente in tribunale assieme ai suoi genitori. Al termine ha detto: “Ringrazio di essere viva, ora voglio dare voce agli altri. Mi ha salvato l'amore vero: la mia famiglia, i miei colleghi, il mio lavoro. Ho vissuto il caso di Giulia Cecchettin con tanto dolore e rabbia, sto lottando anche per lei. Sto lottando per tutte le donne, voglio dare forza a tutte. Voglio dare loro forza e dire che devono scappare al primo minimo allarme della violenza e dello schifo. Anche io mi ero accorta di qualche segnale, ma purtroppo non gli ho dato spazio”.

Il prossimo passaggio in aula è previsto per il 2 febbraio.