Prato, 4 giugno 2024 – “E’ la fine di un incubo. Ogni udienza era peggio del pestaggio in sé e per sé. Riascoltare tutte le volte quello che era successo, scoprire come è stato pianificato l’agguato, mi ha provocato tanto dolore. Finalmente posso voltare pagina. Voglio riprendermi, sono davvero distrutta". Martina piange alla lettura della sentenza che ha condannato il suo ex fidanzato, Emiliano Laurini, a nove anni di carcere. Una condanna pesante, soprattutto se si considera che è stata pronunciata in rito abbreviato, e dunque con lo sconto di un terzo della pena. Martina era in aula insieme ai genitori e ai suoi legali, Costanza Malerba e Federico Febbo. Non ha mai perso una udienza nonostante il dolore che le provocava vedere l’ex fidanzato e rivivere il dolore di quella maledetta sera quando venne picchiata a sangue da due sconosciuti, poi identificati in Mingoia e nel minorenne, nell’androne di casa.
"Sono stanca", ha detto ieri preferendo non rilasciare altre dichiarazioni. In città tutti la conoscono per quello che le è successo, è diventata un simbolo della violenza sulle donne.
“E’ stata una sentenza equilibrata – hanno detto gli avvocati Costanza Malerba e Federico Febbo – Il giudice è andato oltre le richieste del pm per Laurini. E’ stata riconosciuta la responsabilità di Schininnà, che era stata ampiamente contestata dal difensore e Mingoia ha risarcito il danno". "La cosa significativa poi è che si tratta di una delle poche pronunce in cui si condanna gli imputati per il ’famoso’ sfregio permanente – aggiungono i legali – che è una novità legislativa: prima era solo un’aggravante e ora è un reato autonomo. Si va a creare un precedente che potrebbe avere una funzione da deterrente per il futuro. Se la logica del legislatore era di dare sanzioni più elevate per casi di questo tipo, l’obiettivo è stato raggiunto. Nove anni sono una condanna da tentato omicidio".
A margine dell’udienza uno degli imputati (erano tutti presenti), Mattia Schininnà, che si è sempre dichiarato innocente, ha voluto abbracciare Martina ribadendo alla donna la sua estraneità ai fatti. "Sono innocente – ha detto dopo l’udienza – Il mio unico errore è stato frequentare quell’esemplare di persona. Un errore che segnerà tutta la mia vita. Ho la coscienza pulita, l’ho voluto dire a Martina. Quello sfregio me lo sarei fatto io. Credo che non si sia guardato a chi veramente era implicato in questa vicenda".
"Una pena che va oltre le richieste del pm – ha commentato invece il difensore di Laurini, Luca Bellezza – Intanto è stato assolto dalla rapina e ha ottenuto l’attenuazione della misura cautelare. Leggeremo le motivazioni e faremo sicuramente appello".
"La sentenza deve esser valutata quando leggeremo le motivazioni – hanno spiegato i legali di Mingoia, Antonio Bertei e Alessandra Mattei – Per il nostro assistito non è stata riconosciuta l’attenuante del risarcimento mentre gli sono state date le generiche. L’Appello è praticamente certo. Lui era pronto anche per la richiesta del pm era più alta, otto anni. Forse, ci aspettavamo qualcosa meno".