Un rinvio unico per le tre posizioni del tenente colonnello Sergio Turini, ex comandante della Compagnia dei carabinieri di Prato, l’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci e l’investigatore privato di Torino, Roberto Moretti, protagonisti di una inchiesta di corruzione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia. Lo ha deciso ieri il giudice delle udienze preliminari del tribunale di Prato, Francesco Scarlatti, che ha accolto le richieste di patteggiamento dei primi due (avevano già avuto il parere positivo da parte dei pubblici ministeri), Turini e Matteini Bresci, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Giovanni Renna e Pier Matteo Lucibello. I due sono accusati di corruzione e il militare deve rispondere anche di accesso abusivo al sistema informatico e peculato. A febbraio, così, sarà discusso anche la posizione del terzo imputato, Moretti, che invece ha scelto la strada del rito abbreviato (è difeso dagli avvocati Flavio Campagna ed Alberto Rocca). Anche per lui l’accusa è di corruzione. A fine maggio scorso Turini e Matteini Bresci vennero arrestati ed insieme a loro anche l’investigatore privato di Torino (il primo in carcere e poi ai domiciliare, mentre gli altri due subito ai domiciliari) perché secondo gli investigatori della Dda erano intercorsi favori che erano andati oltre il consentito e lecito. Dopo la disposizione del giudizio immediato e la scelta del rito alternativo, Turini è tornato in libertà il 21 ottobre. Il patteggiamento proposto consiste in 1.500 ore di servizi di pubblica utilità e la restituzione del prezzo del reato di poco superiore ai 5.000 euro (pari ad una quota del viaggio del figlio a New York pagato da Matteini e il contro valore di due bottiglie di "Masseto"). Matteini Bresci ha lasciato i domiciliari l’11 ottobre scorso.
Sa.Be.