Il distretto del domani nel programma di Riccardo Matteini Bresci, presidente da poco più di un mese della Sezione sistema moda di Confindustria Toscana Nord e amministratore delegato del Gruppo Colle, è un distretto in cui dovranno trovare spazio eccellenza, legalità, formazione e nuovi rapporti tra terzisti e committenti. Ha le idee chiare Matteini Bresci, una delle anime storiche e lungimiranti dell’industria pratese, che ha saputo interpretare e talvolta anticipare i bisogni della Prato produttiva nei suoi alti e bassi. Adesso il suo contributo per disegnare il distretto del domani lo può dare alla guida dei tessili, lui che per la prima volta da terzista prende le redini della sezione di riferimento per il core business pratese. Alla vigilia della prima assemblea, Matteini Bresci fissa i punti del mandato.
"In questi due anni di presidenza mi piacerebbe dare un’accelerazione a tutto quello di cui sono state messe le basi da coloro che mi hanno preceduto. Sono stati loro e le aziende in generale a districarsi dai vari eventi dal 2020 in poi: il covid, il boom di produzione da record di fatturato nel 2021. Nel 2022 c’è stato il caro energia, fatturati drogati per poi di colpo fermarsi, penalizzando nel 2023 coloro che nel 2021 e 2022 avevano ripreso a fare investimenti. Chi mi ha preceduto ha buttato le basi per il 2024 e 2025. Ora con la collaborazione di tutta la sezione nelle sue diverse anime si deve cominciare ad accelerare per dare consistenza alle idee".
Ha trovato la chiave di volta?
"C’è un passaggio obbligatorio: eccellenza è l’obiettivo da perseguire. E non si può risparmiare su azioni come sicurezza e welfare che non sono costi ma investimenti. Come dal percorso Esg, relativo ai tre fattori centrali nel misurare la sostenibilità e l’impatto sociale di un’impresa, non si torna indietro".
Ha scelto la sua squadra.
"Sì, sto lavorando, con i colleghi, per assegnare deleghe su temi specifici. Ma intanto c’è già la squadra uscita dai risultati delle urne: Maurizio Sarti è coordinatore dei lanifici; Gabriele Innocenti coordinatore dei produttori di filati, e conto su di lui anche sul versante della salvaguardia del cardato; il gruppo nobilitazione e lavorazioni è affidato al coordinamento di Filippo Giagnoni. Immagino un ruolo particolare per Massimo Bruni, coordinatore del gruppo maglifici e confezioni: va rilanciato il tema delle possibili vie di dialogo e collaborazione tra il distretto cosiddetto parallelo e le nostre produzioni".
Riguardo a quest’ultimo punto come intende procedere?
"Vorrei fare momenti di confronto con i soci che hanno più contatti col mondo delle confezioni. Si deve dire far sapere che esiste una Prato legale interessante e moderna che sta andando verso il futuro con persone preparate. Un’altra delega innovativa che vorrei assegnare è quella del rischio idrogeologico e dell’assetto dei territori come contributo della sezione ad una riflessione più ampia dell’associazione".
La moda non è solo tessile.
"Sì abbiamo un gruppo cuoio e calzature nel pistoiese coordinato da Rodolfo Checcuccio. Fra tessile e abbigliamento e calzature possiamo attivare riflessioni interessanti per entrambi".
Terzisti e committenti: ci sarà spazio di conciliazione?
"Committenti e terzisti sono di fronte a nuove sfide come il rinnovo del contratto del lavoro oneroso e i costi delle materie prime che non accennano a diminuire. Si intende lavorare per cercare una quadra tra terzisti e committenti per arrivare a pensare che siamo una ditta sola".
Quali le aree di azione?
"Ho individuato tre macro idee: la prima riguarda il futuro del distretto chiedendo ad esperti dove stiamo andando. All’assemblea della sezione convocata per il 29 maggio riservata ai soci sarà presente l’ingegner Luca Bettale che ci darà delle pillole su questo punto. La visione di dove stiamo andando è importante per capire se siamo organizzati o no per una realtà produttiva in evoluzione: serve un momento di riflessione e di politica industriale per una progettazione aggiornata sul distretto".
E poi?
"Dobbiamo sviluppare l’eccellenza in tutte le sue declinazioni: eccellenza di persone, di attenzioni tipo la sicurezza e la sostenibilità. La legalità intesa in tutti i sensi".
Spazio anche alla formazione?
"La formazione è il terzo caposaldo. Su questo fronte ci sta lavorando Giovanni Santi: bisogna capire indipendentemente dalla situazione congiunturale le competenze di cui abbiamo bisogno. Il tessile deve diventare più sexy, attrattivo: pensiamo di realizzare confronti tra Pin e scuole, di incontrare i giovani per comunicare che cosa offre il tessile. C’è la volontà di creare un team di comunicazione che catturi l’interesse dei giovani usando il linguaggio social".
Una visione del futuro può aiutare a fare scelte anche sull’assetto delle aziende.
"Da anni si parla di aggreggazioni, diventare grandi ed efficienti è una scommessa e c’è da capire se è o meno il momento giusto. Io ci credo e con la mia azienda l’ho fatta, però non sempre una maggiore dimensione significa qualità di prodotto: in alcuni casi vale ancora ’piccolo è bello’. Non dobbiamo farci un feticcio a priori di soluzioni preconfezionate: dobbiamo analizzare, capire e poi muoverci sia collettivamente che ognuno per la propria azienda avendo come scopo l’irrobustimento della filiera".
Sara Bessi