Laura Natoli
Cronaca

Maxi perquisizione in carcere, trovati 9 cellulari nelle celle: sono dei detenuti di alta sicurezza

La polizia penitenziaria da tempo stava eseguendo un’attività di indagine su alcuni comportamenti sospetti. L’operazione con oltre cento uomini. Qualche mese fa furono lanciati dei palloni con dentro sei telefoni

Il carcere della Dogaia è da tempo al centro di disordini e difficoltà di gestione a causa della mancanza di personale

Il carcere della Dogaia è da tempo al centro di disordini e difficoltà di gestione a causa della mancanza di personale

Prato, 12 gennaio 2025 – Da tempo gli agenti della polizia penitenziaria avevano notato degli strani passaggi, atteggiamenti sospetti in alcuni dei detenuti della sezione di alta sicurezza. Una intesa attività di indagine ha seguito i movimenti dei detenuti della sezione ed è culminata ieri mattina con una maxi perquisizione all’interno del carcere della Dogaia. Gli agenti della polizia penitenziaria – circa cento che prestano servizio alla Dogaia più altri provenienti dal resto della Toscana – hanno perquisito le celle dei detenuti, hanno controllato ogni singolo effetto personale, trovando conferma ai sospetti: nella perquisizione sono stati rinvenuti ben nove telefoni cellulari, otto smartphone e un piccolo cellulare a forma di accendino usato solo per le telefonate. I cellulari erano stati nascosti in alcuni doppifondi creati ad arte per occultare gli apparecchi: alcuni erano stati nascosti nelle cartelline dove i detenuti tengono i fogli, le penne e le matite usati per le attività scolastiche. La cosa grave è che i telefoni non appartenevano a detenuti “qualsiasi” – quelli delle sezioni di media sicurezza – ma a quelli su cui pesano i reati più gravi, come ad esempio quelli di mafia. Il sospetto è nato un paio di mesi fa quando gli agenti riuscirono a intercettare alcuni palloni da calcio che qualcuno aveva tirato, dall’esterno, dentro al carcere. Nei palloni furono trovati sei cellulari destinati ai detenuti di alta sicurezza.

I telefoni sequestrati ieri sono tutti dotati di scheda telefonica e sono perfettamente funzionanti, sia per le chiamate sia per navigare su internet. Sulla vicenda saranno svolti ulteriori accertamenti.

“Il rinvenimento è stato possibile solo grazie alle straordinarie capacità d’intelligence e d’intervento operativo della polizia penitenziaria che con investigazioni, condotte con metodi d’indagine basate sulla diretta osservazione e monitoraggio di alcuni detenuti e sui loro movimenti interni alla struttura penitenziaria ha permesso la riuscita di questa importante operazione. Questo però deve fare riflettere anche sui limiti che mostrano oggi l’inefficienza strutturale dell’organizzazione carceraria in generale”, hanno fatto sapere le organizzazioni sindacali Sappe, Sinappe, Osapp, Uil, Uspp e Cgil che hanno espresso i complimenti per l’operazione svolta in un periodo davvero molto delicato per l’istituto pretese ancora senza un comandante titolare e senza un direttore effettivo. Periodo in cui gli eventi critici sono molto frequenti e il personale è ridotto all’osso.

“Nonostante tutto l’abnegazione, la dedizione al lavoro distinguono in maniera impeccabile il personale della Casa Circondariale di Prato sempre pronto al sacrificio e a mettersi a disposizione”, concludono dalle organizzazioni sindacali.