SARA BESSI
Cronaca

Esercito di medici e infermieri in quarantena. Malattie e sospensioni: l’ospedale soffre

Una sessantina gli operatori sanitari isolati in casa. I sindacati: "Il blocco delle assunzioni aggrava una situazione già drammatica"

La dottoressa Melani, direttrice ospedale

La dottoressa Melani, direttrice ospedale

Prato, 5 gennaio 2022 - L’ondata di piena della pandemia urta con forza contro l’ospedale, mettendone a dura prova il personale sanitario sovraccarico di lavoro ormai da due anni. Più di una sessantina i dipendenti in servizio al Santo Stefano che hanno contratto il virus nonostante già da diversi mesi la categoria dei sanitari abbia ricevuto la dose booster di vaccino. Un dilagare dell’infezione fra gli operatori della sanità mai vista prima, nelle precedenti ondate. L’emergenza non riguarda solo Prato, ma naturalmente anche altri presidi toscani, come Careggi dove i contagiati fra medici, infermieri, oss e tecnici sarebbero circa 360. Venerdì scorso, per quanto riguarda l’ospedale di Prato si parlava almeno di una trentina di infermieri in malattia per Covid. Un numero elevato se a questi si sommano i 21 infermieri sospesi per non aver osservato l’obbligo vaccinale. 

Ostetricia sembra essere uno dei reparti del Santo Stefano più fortemente bersagliato dalla mancanza di personale. L’organizzazione quotidiana è sotto stress con il personale che ancora comunque resiste, costretto a fare rientri e doppie notti perché magari in quel setting il Covid ha picchiato duro, oltre a essere penalizzato per le sospensioni di un’ostetrica e di un’operatrice socio sanitaria dovute a mancata osservanza dell’obbligo vaccinale. Anche due medici del reparto sono risultati positivi al virus come pure tre ostetriche e cinque oss. Un super lavoro con poche forze, necessarie anche a fare fronte al servizio dedicato alla mamme con Covid che fa registrare il tutto esaurita.

"Ci associamo al grido di allarme del nostro rappresentante regionale Mauro Giuliattini - afferma Massimo Cataldo responsabile Cisl Fp area pratese ( foto) - che ha ribadito le responsabilità della Regione annunciando il blocco delle assunzioni in sanità. Siamo preoccupati perché il personale, anche con il blocco delle ferie imposto in alcuni settori, è in sofferenza massima. Bisogna tenere conto delle condizioni in cui i lavoratori versano, adesso che ci sono molte assenze sia per colpa delle sospensioni sia per colpa dei tanti contagiati. Se l’azienda sanitaria vuole mantenere un servizio a questo ritmo deve trovare personale in quantità sufficiente per gestire una situazione sempre più complicata. Ma non sta al sindacato indicare le strategie, questo compito spetta all’azienda".

Il comparto sanità in provincia conta circa 1.200 fra infermieri, oss, ostetriche e tecnici. Anche alla Cgil sono arrivate segnalazioni di situazioni drammatiche per carenza di organico fra lavoratori sospesi, malati e il blocco delle assunzioni. Il pronto soccorso continua a fronteggiare con un numero risicato di medici - 21 in tutto - i continui arrivi sia di cittadini contagiati dal Covid che di cittadini colpiti da altre patologie. Ieri nell’arco delle 24 ore sono stati oltre 190 gli accessi: di questi almeno una trentina riguardavano pazienti affetti da Covid. Non tutti sono da ricoverare, i non vaccinati presentano decorsi più gravi, mentre iniziano ad arrivare anche quei pazienti fragilissimi che hanno ricevuto la seconda dose lontano nel tempo. L’hdu, ovvero il reparto di alta intensità di cura a disposizione del pronto soccorso, dopo un breve periodo di chiusura è stato riattivato e i suoi 10 letti sono stati destinati ad accogliere i pazienti Covid più delicati. 

L’ospedale pratese, come il resto delle strutture toscane, è messo a dura prova in attesa del picco dell’ondata dei contagi atteso per il 20 gennaio. Del resto in pronto soccorso stanno arrivando, a differenza delle precedenti fasi, sia pazienti con il virus che pazienti con altre patologie che magari scoprono la positività in questa circostanza. E se il vaccino si sta rivelando una buona arma contro il Covid garantendo effetti più lievi della malattia, anche i sanitari devono fare i conti con il virus. E se medici e gli infermieri si ammalano, i pazienti crescono e i posti letto scarseggiano, l’ospedale si trova a fare i conti con i soliti limiti di ricettività. In attesa della palazzina esterna e dei suoi 100 e passa letti.