REDAZIONE PRATO

Choc a Poggio per la mamma morta. Era la 'fata' che vestiva i bambini

L’azienda di Chiara Pittalis forniva l’abbigliamento per l’asilo

Chiara Pittalis

Prato, 5 ottobre 2015 -  «CHIARA ERA una donna solare, generosa e una mamma esemplare. Non ci sono parole per descrivere questo dolore»: così suor Salvatorica Serra, Madre Generale delle Minime Suore del Sacro Cuore, ricorda Maria Chiara Pittalis (ma tutti la chiamavano semplicemente Chiara), stroncata a 44 anni da una meningite di tipo C. Poggio a Caiano e Carmignano sono sotto choc da ieri: si può morire così in poche ore? Chiara Pittalis, madre di due figli (un maschio che frequenta la terza media e una bambina che fa le elementari), era titolare dell’azienda di abbigliamento «Tre C» a Candeli ed era conosciuta in particolare per il suo impegno dalle suore. Forniva l’abbigliamento scolastico ai bambini della materna delle suore e per questo l’Asl ha «richiamato» anche chi frequenta l’istituto (non frequentato dai figli della donna).

PITTALIS già da qualche giorno aveva sintomi che venivano considerati riconducibili ad una banale influenza, poi sabato la situazione è peggiorata. La febbre è salita e Chiara ha chiesto consiglio ad un amico medico ortopedico che ha avuto subito un terribile sospetto ed l’ha mandata al pronto soccorso a Prato. La febbre alta era associata a mal di testa, rigidità della nuca, fotofobia.

IN OSPEDALE sono stati fatti tutti gli esami e Chiara è risultata nella fase infettiva della meningite di tipo C. I medici del Santo Stefano hanno fatto l’impossibile per strapparla alla morte ma ieri, all’alba, è morta. La famiglia è sconvolta dal dolore, così come la comunità poggese. La salma di Chiara è stata chiusa nella bara direttamente al Santo Stefano e portata alle cappelle del commiato della Misericordia di Poggio. Nessuno ha potuto rivederla ma occorrerà ricordarla per quello che era.

Chiara Pittalis era originaria di Poggio e molto legata a questa terra. Dopo il matrimonio la famiglia si era stabilita a Seano ma i figli andavano a scuola a Poggio e la sua attività professionale era collocata appunto a Candeli. Lei era la «fornitrice» dei grembiuli per la scuola e quindi tutte le mamme la conoscevano.

«LA VITA ci presenta sempre il conto – scrive Fabrizio Menicucci, sul profilo facebook di Chiara – e per chi rimane resta solo l’inferno a vita. Eri e rimarrai una donna stupenda».

«Ciao Chiara – scrive Monica Bosa - ricorderò sempre i dolci consigli che proprio di recente mi hai dato, da mamma a mamma. Riposa in pace». Chiara e la sua famiglia amavano viaggiare, erano stati in Kenya (nella foto) e si erano fermati in alcuni villaggi poveri: al social network Chiara aveva affidato le fotografie e le impressioni. Mamme e bambini di colore che vivono in capanne, con pochi arredi e giochi artigianali. La sua famiglia aveva portato piccoli doni come pennarelli e qualche vestitino al villaggio di Watamu. «Senza parole», scriveva Chiara per descrivere tutto quel calore e quell’affetto dimostrato davanti a piccolissimi regali. Poi nel suo diario virtuale altre vacanze al mare, i bambini ai campi estivi: il mondo di Chiara era principalmente la sua famiglia.

OGGI ALLE 15 nella chiesa del santissimo Rosario ci sarà il funerale. La famiglia chiede di non inviare fiori ma ricordarla con offerte nella cassetta collocata alla Misericordia.

Maria Serena Quercioli