REDAZIONE PRATO

Mercurio e il Sole I nuovi calcoli di un fisico pratese

Christian Corda "rilegge" le teorie di Newton in base a Einstein. E dopo 160 anni scopre che il primo si sbagliava di poco

Una scoperta pratese sulle teorie newtoniane su Mercurio e il Sole. L’ha fatta Christian Corda, nato a Nuoro ma da tempo residente a Prato e attualmente professore visitante in India, all’International Institute for Applicable Mathematics and Information Sciences di Hyderabad. Corda è un fisico, ex membro dell’Osservatorio gravitazionale europeo e ha pubblicato sulla prestigiosa rivista "Physics of the Dark Universe" il frutto delle sue approfondire ricerche. Il professore ha individuato un effetto addizionale che permette di trovare anche nella teoria newtoniana un valore molto preciso della precessione del perielio di Mercurio, ovvero della rotazione del punto più vicino al Sole dell’orbita di Mercurio (tra tutti i pianeti del sistema solare, Mercurio è quello che presenta la precessione del perielio più accentuata, essendo il più vicino al Sole). "Storicamente – spiega Corda - uno dei più famosi successi della teoria della relatività generale di Einstein è stato il trovare il corretto valore della precessione del perielio di Mercurio, cosa che, per oltre 160 anni, si riteneva impossibile nella teoria Newtoniana. Come ho spiegato nell’articolo che ho pubblicato, l’effetto addizionale ad essa dovuto permette invece di trovare un valore di 44.39 secondi d’arco per secolo rispetto al valore osservato di 43. La relatività generale – precisa lo scienziato – prevede un valore di 42.8 secondi d’arco per secolo, e dunque resta più precisa della teoria newtoniana".

In sostanza, nel mondo della fisica sinora si era soliti dire: "Einstein batte Newton 43 a zero". In realtà, la ricerca del dottor Corda ha mostrato che "Einstein batte Newton 43 a 44". Il fisico pratese nel suo articolo sulla rivista "Physics of the Dark Universe" spiega anche che il calcolo newtoniano dà valori troppo grandi per gli altri pianeti, ma può essere aggiustato tenendo conto della dilatazione temporale gravitazionale, che è un effetto di relatività generale, scoperta da Einstein. Sono concetti certamente complessi per le persone che non si occupano di questi temi, ma la scoperta dello scienziato pratese per gli addetti ai lavori un’importanza ce l’ha.

re. po.