La Fondazione Teatro Metastasio festeggia i 60 anni dalla riapertura del Met e i 50 anni dall’apertura del Fabbricone con due spettacoli, un concerto, due mostre e un convegno per celebrare gli artisti che con il loro lavoro a Prato hanno segnato la storia teatrale italiana. Il primo appuntamento è dal 22 al 27 ottobre al Fabbricone, con la prima assoluta di Beautiful Creatures. Terre di lupi, di lantanidi e ginestre, per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni de lacasadargilla (due repliche alle 19.30 e alle 22.15 dal martedì al sabato, due la domenica alle 16.30 e alle 19.30). Lo spettacolo ridisegna la grande architettura del Fabbricone per restituirla alle origini - in omaggio all’Orestea di Luca Ronconi, trasformando il grande edificio industriale in un dispositivo site specific multimediale, visivo e sonoro, che invita il pubblico a immergersi nei paesaggi immaginosi ispirati alle figure e alle narrazioni di Giuliano Scabia. Filo rosso della drammaturgia è Commedia di matti e assassini, la vicenda di un gruppo di assassini che hanno ucciso per amore o per disperazione e che ripercorrono le loro e le nostre paure. Il pubblico è invitato a un viaggio notturno attraverso un teatro-foresta: un congegno visivo e sonoro da macchina barocca del XXI secolo che dilata e fa esplodere lo spazio teatrale e i suoi luoghi più segreti. Dal 17 al 22 dicembre al Metastasio, in omaggio alla forma del melodramma di Pietro Metastasio, debutterà invece L’infinito carnale. Dialogo tra Antonio d’Egitto e Ilarione di Gaza con la regia di Claudia Castellucci della Societas, studiato per offrire una traduzione dell’andamento ritmico e della composizione sintattica delle Ariette di Pietro Metastasio attraverso i movimenti di due performer: la danza di Castellucci si basa su un dialogo da lei scritto tra due eremiti cristiani e su una drammaturgia concepita in forma ritmica, riprendendo così la forma del melodramma metastasiano.
Poi la musica. Il 17 novembre al Metastasio alle 20.30, il concerto Sogni e favole io fingo... Sogno della mia vita è il corso intero. Omaggio a Pietro Metastasio: la Camerata onora il grande poeta settecentesco attraverso i maestri che, lungo tutto un secolo, hanno intonato i suoi versi esemplari, da Vivaldi a Mozart. Coi suoi melodrammi Pietro Metastasio forgiò nella prima metà del Settecento un paradigma capace di imporsi immediatamente come sintesi perfetta fra poesia e musica. I suoi versi, intonati per più d’un secolo da tutti i compositori di teatro musicale, fecero della lingua italiana l’idioma della musica e degli affetti condiviso in ogni angolo d’Europa. Il concerto propone un percorso che da Vivaldi, Haendel, Pergolesi, muove verso il gusto neoclassico rappresentato da Gluck e Paisiello e culmina nella seconda metà del secolo con l’arte di Mozart, che fin dalla più tenera s’era nutrito dei drammi di Metastasio e nel nome del poeta romano offrirà al mondo, nell’ultimo anno di vita, la sintesi suprema del classicismo in musica con la Clemenza di Tito (1791), composta per celebrare l’incoronazione a Re di Boemia dell’Imperatore Leopoldo II, lo stesso che col nome di Pietro Leopoldo e col suo governo illuminato aveva fatto della Toscana il più civile e moderno degli stati europei. Sul palco il soprano Silvia Frigato e il controtenore Filippo Mineccia, guidati da un direttore d’orchestra pratese, Simone Ori. Prima del concerto alle 18 nel Ridotto del teatro ci sarà la conferenza di Alberto Batisti e Carlo Sisi: un omaggio a Pietro Metastasio, Italiano in Europa.