Metalmeccanici a rischio: "Incontriamo i sindaci per sbloccare la vertenza. Pronti ad altre proteste"

Ammavuta (Fiom Cgil) attende un nuovo confronto con Confindustria . Toscana Nord che a luglio ha annunciato la disdetta dei contratti territoriali .

Metalmeccanici a rischio: "Incontriamo i sindaci per sbloccare la vertenza. Pronti ad altre proteste"

Ammavuta (Fiom Cgil) attende un nuovo confronto con Confindustria . Toscana Nord che a luglio ha annunciato la disdetta dei contratti territoriali .

C’è una spada di Damocle che pende sul distretto, oltre alla crisi del tessile che morde e non intende (al momento) allentare: è la disdetta annunciata da Confindustria Toscana Nord degli accordi territoriali metalmeccanici della provincia pratese. Una decisione che, stando a quanto dichiarato da Ctn, avrà effetto dal primo gennaio 2025. Una decisione pesantemente criticata dalle organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil, in quanto scelta unilaterale, un colpo di spugna a mezzo secolo di storia sindacale. Una comunicazione che è deflagrata come un fulmine a ciel sereno su un settore, quello della metalmeccanica e del meccanotessile, che tutto sommato non ha accusato grossi affanni. Una scelta che ha suscitato la reazione dei sindacati che a fine luglio hanno manifestato la loro contrarietà con una presidio davanti alla sede di Confindustria, al quale hanno partecipato lavoratori e lavoratrici, provenienti anche dai comuni limitrofi. "Del resto – afferma Fabio Ammavuta, responsabile Fiom Cgil di Prato – si tratta di accordi territoriali che quando sono stati siglati interessavano anche cittadine limitrofe". La vertenza è al momento cristallizzata per via di agosto. "Al momento non ci sono grosse novità perché l’incontro con Ctn è stato rimandato a settembre, dopo che l’associazione avrà fatto il confronto con i suoi associati – spiega Ammavuta – Per noi la situazione non è chiusa. Tanto che in queste settimane abbiamo continuato ad interpellare e ad aggiornare i sindaci dei territori sui quali la disdetta degli accordi decennali potrà avere degli effetti. Il tema interessa non soltanto la provincia di Prato in quanto tale, ma anche alcuni comuni limitrofi come Campi Bisenzio, Sesto e Calenzano in cui si estendevano aziende delegate alla metalmeccanica". A proposito, proprio nel cuore d’agosto, il sindaco di Campi Bisenzio Andrea Tagliaferri, ha ricevuto il segretario generale della Fiom Cgil Firenze Prato Pistoia Stefano Angelini, insieme ad altri delegati, che gli hanno rappresentato la preoccupazione sia per la situazione pratese, che per il rischio che la disdetta possa estendersi in tutto il territori.

"La prima a dare supporto alla nostra posizione – prosegue Ammavuta – è stata la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, che ha puntato il dito contro il metodo adottato annullando di fatto 50 anni di storia contrattuale e sindacale. Presto faremo una consultazione col sindaco di Montemurlo e presidente della Provincia, Simone Calamai. Ci auguriamo che gli amministratori locali possano aiutare nello sblocco di una vertenza, che potrebbe avere ricadute trasversali".

Un dialogo aperto con i sindaci del territorio "perché non si torni indietro di mezzo secolo e perché vengano tutelati i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici". Un giro di incontri in attesa di un confronto a settembre con Confindustria, quando "capiremo se la posizione rimane la stessa o c’è stato un ripensamento, dopo che Ctn avrà consultato aziende e associati". Per Ammavuta, nel caso di un ripensamento, ci sarebbe margine per aprire un dialogo perché la date line è l’inizio del 2025.

"A quanto si sa non è stata una decisione presa all’unanimità – conclude il sindacalista – In questo settore non è a rischio la tenuta delle aziende: pare piuttosto una scelta politica. Non ci risultano imprese in cassa integrazione. Non vorremmo che fosse un’apripista per far saltare contratti integrativi territoriali di altri ambiti, come quello tessile. Infine un’ultima preoccupazione deriva dal fatto che tale decisione è avvenuta in concomitanza con il rinnovo del contratto nazionale. Adesso vedremo come riprendere il filo con la controparte, ma siamo pronti a mettere in campo altre azioni e proteste".

Sara Bessi