Un bilancio in pareggio e il Metastasio è al quarto posto in Italia tra i Teatri di Rilevante Interesse Culturale. Ieri, in Commissione garanzia e controllo, presieduta da Gianni Cenni, c’è stata l’audizione di Massimo Bressan, presidente della Fondazione Metastasio che ha illustrato lo “stato di salute“ e le prospettive del teatro. "Il 2023, anno al quale si riferisce il bilancio - ha detto Bressan - da un punto di vista economico è stato importante. Abbiamo chiuso in pareggio, produciamo attività per 5 milioni di euro, riceviamo dal Comune 1 milione e 350.000 euro e nella somma erogata è compresa la gestione degli spazi poi ci sono i 900.000 euro del Ministero della Cultura".
Il 2025 sarà all’insegna di nuove sfide. "Il Metastasio - ha proseguito Bressan - è in gestione con convenzione triennale e come per il Magnolfi, sono in programma lavori per adeguarli alle normative di sicurezza che evolvono. Il Metastasio nel post pandemia ha mantenuto una capienza ridotta e ci sono da fare alcuni interventi, uno per il foyer che deve essere rivisto in alcune parti, ad esempio il rivestimento in legno è incompatibile con la normativa antincendio ma non ci sarà uno stravolgimento del design.
L’altro intervento riguarderà le travi della copertura in cemento che devono essere ignifugate. Al completamento il teatro tornerà a capienza piena e agibilità definitiva. I cantieri partiranno durante la chiusura estiva". Per il Magnolfi i lavori sono in corso di elaborazione sul piano tecnico. Il Fabbricone, invece, andrà incontro ad un importante riqualificazione grazie al finanziamento ottenuto dalla Regione tramite fondi europei, per l’intera area e dopo 50 anni di affitto diventerà un bene pubblico.
Il prossimo triennio è quindi all’insegna della cultura. La consigliera Rita Pieri ha sottolineato l’importanza di proseguire nell’attività di formazione, rivolta ai giovani. Il sistema teatrale pratese crea un volume di lavoro rilevante con 14.306 giornate lavorative prodotte, numeri da teatro nazionale, oltre a circa 700.000 euro di indotto l’anno per forniture, alberghi, ristoranti, considerato che ogni produzione richiede circa 50 giorni di prove. Il consigliere Simone Mangani ha ricordato che il nuovo decreto ministeriale cambia il panorama, con la denominazione da fondo unico a fondo nazionale per lo spettacolo.
"Prato - ha sottolineato Mangani - in questi anni non ha chiuso teatri ma ne ha fatti crescere e nascere".
M. Serena Quercioli