
Il mercato è in fermento, l’ottimismo e la voglia di tornare a lavorare come prima della pandemia si respirano in ogni stand delle 64 aziende pratesi a Milano Unica 35, in corso a Rho Fiera fino a domani. Il salone milanese arriva dopo Première Vision: una vetrina che sta decisamente diventando il punto di riferimento per il tessile di lusso e per i clienti di alta qualità a discapito della kermesse Oltralpe. E’ qui che clienti più esigenti, i brand del lusso cercano i tessuti prodotti secondo i criteri di qualità, sostenibilità e tracciabilità. E in questa edizione della ripresa si evidenzia di più il problema del calendario delle fiere. "A noi fornitori servono due momenti distinti, uno a luglio e uno a settembre, come succedeva prima - commenta Maurizio Sarti del Lanificio Faliero Sarti - Bisognerebbe trovare un equilibrio perché due fiere a distanza di una settimana l’una dall’altra non hanno molto senso, soprattutto in un periodo in cui i clienti viaggiano meno. In questo quadro Parigi risulta penalizzata, perdendo espositori". Dello stesso avviso Francesco Bini della Lineaesse: "Non siamo andati a Parigi perché la scelta di anticipare su luglio si è rivelata controproducente. Parigi ha perso tanti fornitori e anche la clientela alta si sta muovendo verso Milano, come si riscontra in questa prima giornata di fiera con l’arrivo di grandi marchi. Première Vision si è un po’ snaturata nel voler coprire troppe fasce di mercato, anche di livello più basso". Fra i presenti anche "molti francesi e la piacevole sorpresa degli americani: c’è voglia di ripartire nonostante tutte le difficoltà come i rincari di energia e di materie prime che fanno da zavorra". La fiera ha cambiato pelle dopo due anni di pandemia: "La fiera è un luogo di pubbliche relazioni con i clienti perché negli anni di restrizioni sono aumentate le fiere dei rappresentanti che stanno funzionando bene come momenti di lavoro". "La fiera è di respiro internazionale, frequentata da italiani, europei e americani - dice Francesco Marini di Marini Industrie - e i clienti sono ben disposti a vedere le nuove proposte. C’è un incremento di presenze rispetto a febbraio anche se si deve fare ancora i conti con i contagi". Nota dolente sono i listini: "Abbiamo deciso di presentare prodotti realizzati con materie nobili e fare tessuti ancora più belli appetibili per il mercato alto. La prova del nove - conclude Marini - sarà a settembre quando inizieranno le campionature vere: in questo periodo è cresciuta la richiesta di tessuti e prodotti finiti in Europa e in Italia da parte di aziende che prima si rivolgevano alla Cina o all’oriente. Oggi, in Europa produzione e logistica sono più sicure". Simone Bellucci (Lanificio Mario Bellucci) sottolinea la voglia di incontrarsi di nuovo con i clienti dopo due anni di collegamenti Zoom per la pandemia. "E’ difficile dare i prezzi definitivi ai clienti - dice - perché non si sanno le tariffe dei processi di lavorazione. In una situazione come quella attuale non sono più accettabili i prezzi variabili dai terzisti: bisogna mettersi insieme e trovare una formula condivisa per stabilire prezzi fissi, anche se alti. Il rischio va condiviso con tintorie e rifinizioni e non può rimanere solo sulle spalle dei lanifici". Al Lanificio Bellucci si è puntato sul tessuto tinto filo piuttosto che su tinto in pezza il cui costo è quasi raddoppiato per i rincari schizofrenici del momento.
C’è voglia di consolidare i rapporti coi clienti incontrandoli in presenza: "Si nota molta motivazione ed interesse da parte dei clienti - dice Roberto Rosati della Fortex - Non siamo ancora tornati ai bei tempi del 2019, mancano gli orientali. Gli unici presenti sono i coreani, invitati da Milano Unica". Buona affluenza allo stand della Manteco: "Stiamo lavorando bene, come già fatto a Parigi - dice Marco Mantellassi - abbiamo potuto presentare le innovazioni ed i nostri progetti sostenibili e tracciabili". Da Delfi, azienda specializzata in tessuti sintetici, nylon e poliestere, si punta a consolidare i rapporti con i clienti "che premiano da sempre la certezza delle consegne ed un magazzino sempre ben fornito - dice Ilaria Delli - In questi tempi di gas e metano alle stelle si sta cercando di ottimizzare i costi grazie anche all’Industria 4.0". Bene anche allo stand del Pontetorto che ha portato "una collezione ben equilibrata con articoli fatti con poliesteri non tipici pratesi e tanto colore", dice Roberto Dematteis. Fra le sfide del futuro per il Pontetorto c’è un brevetto messo a punto in un paio di anni "con il quale potenziare la possibilità di riciclo".
Sara Bessi