MARISTELLA CARBONIN
Cronaca

Milano Unica, vince l’ottimismo. La qualità per battere la crisi: "Partenza ok, vediamo gli ordini"

Viaggio tra gli stand delle imprese pratesi presenti alla fiera di riferimento per i tessuti. Innovazione e sostenibilità chiavi per stare sul mercato. "Vibrazioni positive, vediamo gli ordini".

Viaggio tra gli stand delle imprese pratesi presenti alla fiera di riferimento per i tessuti. Innovazione e sostenibilità chiavi per stare sul mercato. "Vibrazioni positive, vediamo gli ordini".

Viaggio tra gli stand delle imprese pratesi presenti alla fiera di riferimento per i tessuti. Innovazione e sostenibilità chiavi per stare sul mercato. "Vibrazioni positive, vediamo gli ordini".

dall’inviata

Vince l’ottimismo, o forse la voglia di essere ottimisti, poco importa. Di certo sono good vibes quelle che le aziende pratesi presenti a Milano Unica hanno colto durante il primo giorno di quella che ormai è la fiera di riferimento per i tessuti. "Vibrazioni positive", e il copyright è dell’assessora comunale Benedetta Squittieri che ieri con la sindaca Ilaria Bugetti ha voluto essere alla fiera che ’spostato’ a Rho per tre giorni nomi importanti del distretto. Domanda e offerta si incrociano negli immensi padiglioni, con 95 imprese pratesi presenti con le loro collezioni primavera-estate 2026. Perché nella moda è così: al futuro si corre incontro, con la speranza di lasciarsi alle spalle una delle crisi più pesanti degli ultimi anni. Anche se l’incognita dazi è croncreta ed è un’incertezza che ai mercati e a che fa impresa non fa bene. Ne ha parlato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani collegato ieri in video all’inaugurazione di Milano Unica: "Sui dazi una guerra non conviene a nessuno. Le prove muscolari sono dannose per tutti, occorre dialogare, noi abbiamo buoni rapporti con l’amministrazione americana e Trump si è dimostrato un gran negoziatore".

L’incertezza non aiuta. Il comparto dei tessuti e degli accessori d’alta gamma nel 2024, ha registrato un calo sia del fatturato realizzato sul mercato interno (-5,2%) che su quello realizzato sui mercati esteri (-8,5%), secondo le elaborazioni dell’ufficio studi di Confindustria Moda, presentate per l’apertura di Milano Unica. Un’edizione record a livello di adesioni: 723. "Soprattutto nel quadro di incertezza economica e di diffuse tensioni geopolitiche, è ancor più sentita la necessità di uno strumento forte e qualificato di promozione e di sostegno alla proiezione internazionale del tessile e degli accessori made in Italy ed europei", ha detto Simone Canclini, presidente di Milano Unica.

Tra gli stand, orgogliosi di mostrare i tessuti che vedremo nella primavera estate 2026, dominano i sorrisi. "C’è un’euforia nuova, voglia di ripartire, abbiamo avvertito una bella energia da parte dei clienti", sorridono Plinio Delli con Ilaria e Leonardo, titolari della Delfi, specializzata nella realizzazione di tessuti sintetici. Comfort e finissaggi ecologici sono le linee guida. Partenza ok anche per Fabrizio Tesi,titolare di Comistra: buona affluenza e buona la qualità della clientela, riferisce, circondato da tessuti ’trasversali’, che possono passare da una stagione all’altra, come cotoni e misti-cotoni portabilissimi anche in inverno. "Dopo tre anni difficili tra covid, guerre e bollette alle stelle che sui listini hanno pesato tanto vediamo un po’ di ritorno alla normalità. Il cliente finale comincia a pretendere dal brand un prodotto fatto meglio. Per restare sul mercato la qualità diventa imprescindibile", dice Tesi.

Un cliente esigente, che non spaventa ma anzi ’entusiasma’ le imprese pratesi. "I clienti si aspettano di vedere cose belle e sostenibili. E visto che nei prezzi non riusciamo noi italiani a essere molto competitivi i clienti cercano anche molto ’servizio’", osserva Roberto Rosati del Lanificio Fortex, dove la sostenibilità diventa una sfida da vincere ’a monte’: "Il miglior modo di essere sostenibili è mettersi qualcosa che duri. Facciamo anche finissaggi che prolungano la vita dell’abbigliamento. E offriamo al mercato purtroppo disinteressato – dice con un sorriso amaro – modi per dare nuova vita a quello che non è riciclabile". A due passi da lui una scatola che l’altro ieri era un paio di jeans: "Vede? quella è fatta con i sacchi neri che Prato purtroppo conosce molto bene. Ma questo è un tipo di business che ancora non c’è, serve coraggio per portarlo avanti. Il mondo sta morendo anche per colpa del tessile e della pelle, e ci sta guardando. Bisogna muoversi. Noi siamo pronti".