REDAZIONE PRATO

Missive selvatiche, la bellezza a domicilio

Un gruppo di giovani artisti pratesi distribuisce nelle cassette delle lettere pacchetti regalo speciali: poesie, musica e fotografie

Quando l’arte ti viene a cercare. Entra in punta di piedi, con la bellezza che la caratterizza, e ti raggiunge dalla cassetta delle lettere. Musica, teatro, poesia e fotografia si mescolano fra immagini e parole portando in dono il conforto della cultura dentro un piccolo ma prezioso pacchetto postale. È il progetto "Missive Selvatiche", semplice e rivoluzionario, ideato da un collettivo di artisti pratesi. Duecento pacchetti confezionati a mano per altrettante famiglie, rigorosamente scelte a caso, raggiungeranno prima di Natale i destinatari; al suo interno tre oggetti d’arte originali: una foto, testi di canzone o una poesia, illustrazioni in edizione limitata e numerata, una playlist da ascoltare o un pezzo di teatro con il proposito di emozionare, incuriosire, far riflettere. Una nuova formula per avvicinarsi al pubblico, quando il pubblico è tenuto distante dalla chiusura degli spazi della cultura a causa della pandemia.

"Missive Selvatiche" è un progetto di resistenza artistica nato dall’esigenza di condividere il proprio lavoro in un momento di forte disagio nel quale non è permesso avere contatto con lo sguardo e l’ascolto degli spettatori. A firmarlo una carrellata di artisti che restituiscono un panorama plurale. Ci sono la cantautrice Valeria Caliandro, i fotografi Pamela Maddaleno, Arianna Sanesi, Daniele Molajoli e Margherita Nuti, l’illustratrice Alessia Castellano, il direttore della fotografia David Becheri, la poetessa Arzachena Leporatti, il musicista Mirko Maddaleno a cui si sono poi unite le associazioni Zappa, Teatro Metropopolare e The Loom. "Il progetto è nato intorno a un’idea di Pamela Maddaleno che ha riunito un gruppo di artisti - dice Valeria Caliandro - Ci siamo interrogati su quali azioni intraprendere e ognuno di noi ha deciso di mettere a disposizione il proprio talento per arrivare a chiunque e creare meraviglia". "Il bello di questa iniziativa – dice Margherita Nuti – è che ci consente di arrivare non solo a chi già ci conosce, ma anche a chi è fuori dai circuiti artistici e magari non sa di avere bisogno dell’arte". Ed ecco così la casualità dell’inoltro delle 200 missive, in cui ogni contenuto è diverso dall’altro, distribuite fra il centro e la periferia. "È fondamentale un’ampia disseminazione, l’arte – aggiunge Caliandro - necessita di occhi e orecchie nuove per esprimersi e deve avvicinare anche chi ha meno familiarità con le sue espressioni". "Missive Selvatiche" non si affida alla rete ma vuole portare un gesto fisico e una reazione concreta, il trovarsi fra le dita non solo l’accurata e preziosa confezione di un dono ma l’interagire con il frutto di un processo creativo. Dentro il pacchetto ogni artista ha infatti inserito un elemento che caratterizza la propria arte. Chi lo riceve può condividere sulla pagina Fb le sensazioni provate, raccontando le emozioni suscitate e magari manifestarsi in futuro seguendo dal vivo gli spettacoli o i concerti appena sarà nuovamente possibile. "Stiamo facendo un dono ma questo non significa che la cultura si regala – sottolinea Marherita Nuti - Crediamo che l’assenza della cultura non sia un problema solo per gli artisti ma che lo sia anche per il pubblico. Senza cultura siamo tutti più poveri". La chiusura degli spazi è delusione per tanti e preoccupazione per una categoria che non è priva di problemi, ma il disagio è anche quello della collettività a cui vengono a mancare mostre, concerti, spettacoli e quei momenti collettivi e interattivi che nutrono la mente e l’immaginazione e creano forme di riconoscimento reciproco. Dopo il primo step, se la chiusura dei luoghi di fruizione della cultura dovesse permanere, il progetto potrebbe varcare i confini della città e allargarsi a un pubblico ancora più vasto.

Francesca Tassi