
Davide Astori è morto ilo 4 marzo 2018 per un problema cardiaco
Prato, 1 aprile 2025 – “Nessun atto è stato falsificato. Tutto nasce da un equivoco orignato da una stampa di un documento con carta intestata attuale”. Così si può riassumere l’arringa difensiva con cui l’avvocato Sigfrido Fenyes ha chiesto l’assoluzione del medico pratese Giorgio Galanti, l’ex direttore della medicina sportiva di Careggi accusato di aver “creato“ dopo la morte del capitano della Fiorentina Davide Astori, il certificato “strain“, un esame che serve per accertare la contrattilità e la distensività del muscolo cardiaco.
In questa costola del procedimento - parallelo a quello per omicidio colposo in cui la condanna di Galanti a dodici mesi è diventata definitiva lo scorso 4 marzo, giorno dell’anniversario della scomparsa del calciatore - sono imputati anche il successore di Galanti, Amedeo Modesti, e un’ex collaboratrice di Galanti, Loira Toncelli.
Alla scorsa udienza, il pm Antonino Nastasi aveva chiesto le condanne di tutti gli imputati (tre anni e quattro mesi per il medico pratese, tre anni per Toncelli, un anno e quattro mesi per Modesti), e ieri pomeriggio, la discussione si è conclusa con le arringhe degli avvocati Fenyes e Vincenzo De Franco. Appuntamento al 13 giugno per la sentenza.
Questo secondo procedimento nacque proprio in seguito alle mosse difensive di Galanti nel primo: per comporre una memoria difensiva, l’ex direttore, andato nel frattempo in pensione, chiese alla medicina sportiva in cui aveva lavorato la “cartella Astori”. Cioè l’archivio di tutti gli esami a cui era stato sottoposto il calciatore nei suoi anni in viola.
Lo “strain” , un esame non previsto dal protocollo medico sportivo ma effettuato per motivi scientifici, era rimasto ’aperto’ nel computer. Così, alla richiesta di Galanti, venne chiuso “in data anteriore o prossima al 10 aprile 2019”, come contesta la procura.
Il lavoro fatto in due tempi ha prodotto un risultato marchiano: il certificato dello strain di Astori, effettuato il 10 luglio 2017 secondo quanto riportato nel documento stampato, portava però data e carta intestata di aprile 2019. Un anno più tardi del decesso del capitano della Fiorentina.
In un’epoca in cui non c’era più Galanti a dirigere la struttura di Ponte Nuovo, ma Modesti (difeso dall’avvocato Mario Taddeucci Sassolini), che al filone principale per il decesso Astori è estraneo. A medicina sportiva questa operazione provocò un trambusto “interno”. Il direttore Modesti avrebbe inteso distruggere questo documento ma esso arrivò ugualmente in procura, dando vita a questo secondo procedimento. Dove le pene in ballo sono assai più alte che nel principale.
Nel filone per omicidio colposo, lo scorso 4 marzo la Cassazione ha posto la parola fine confermando la condanna a un anno di reclusione con la sospensione condizionale per il professor Giorgio Galanti, accusato di omicidio colposo. Astori fu trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 nella sua camera di albergo a Udine, dove era con la squadra. Secondo l’accusa il decesso fu provocato da cardiomiopatia aritmogena ventricolare, patologia che non gli era mai stata diagnosticata prima. Secondo l’accusa, Galanti (che aveva firmato le ultime due idoneità agonistiche del capitano viola) ignorò alcuni segnali dai test da sforzo senza avviare accertamenti di livello superiore che avrebbero potuto far emergere la malattia del cuore di Astori.
Stefano Brogioni