REDAZIONE PRATO

Morti al tiro a segno. La perizia non è finita. Ma ci sono gli indagati

Tra le tragedie che più hanno colpito l’opinione pubblica a Prato negli ultimi mesi c’è sicuramente il rogo al...

Tra le tragedie che più hanno colpito l’opinione pubblica a Prato negli ultimi mesi c’è sicuramente il rogo al tiro a segno di via San Martino per Galceti del 26 luglio scorso. Un dramma dalla dimensioni enormi che ha strappato per sempre all’affetto dei propri cari Gabriele Paoli, 67 anni, istruttore di tiro, e Alessio Lascialfari, 65 anni, pensionato e appassionato di tiro dinamico. La procura ha aperto immediatamente un fascicolo per la morte dei due pensionati che si trovavano all’interno della zona di tiro del poligono quando scoppiò l’incendio. Paoli e Lascialfari furono investiti dalla fiammata che partì, per cause che non sono ancora state rese note, dalle linee di tiro 4 e 5 dove un atleta stava sparando. Per loro non ci fu scampo: i cadaveri vennero trovati carbonizzati dopo ore di ricerche. A oltre cinque mesi dalla tragedia i familiari delle vittime chiedono di sapere che cosa è accaduto quel pomeriggio all’interno del poligono, come sono morti i loro cari e se esistono responsabilità umane.

La procura indaga per le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, incendio e lesioni. Nel rogo rimase gravemente ferito un altro istruttore di tiro, Leandro De Simone, 46 anni, la cui testimonianza è stata preziosa per gli inquirenti.

È notizia di pochi giorni fa che ci sarebbero cinque indagati per il disastro al poligono. Si tratterebbe di tutte persone che si fanno parte del consiglio direttivo dell’associazione tiro a segno nazionale di Prato. Le indagini sono ancora in corso e le posizioni non sono state del tutto definite. Per mettere un punto fermo si attendono i risultati della perizia balistica che la procura ha affidato nei mesi scorsi a un chimico esplosivista.

Secondo la versione di uno dei testimoni, fornita il pomeriggio stesso del rogo, il fuoco sarebbe partito dalla linea di tiro fra le postazioni 4 e 5 dove un atleta stava sparando. Fra le ipotesi al vaglio degli investigatori, ci sarebbero un ritorno di fiamma di una pistola difettosa o una fiammata partita dai residui di polvere da sparo. Quella stessa mattina era stata eseguita la bonifica – obbligatoria per legge – sulla linea di tiro proprio per evitare che i residui di polvere da sparo, altamente infiammabili, potessero creare problemi. Sulla dinamica l’ultima parola spetta solo alla perizia tecnica. Mentre i familiari ancora attendono.

L.N.