ELENA DURANTI
ELENA DURANTI
Cronaca

Nardi, il soldato dal grande cuore. In mostra fotografie, lettere e diari. Si cercano i compagni di prigionia

Il carteggio con la futura moglie (1940-1946) custodito dai due figli. Il “XXIV Colloquio di storia postale”

I figli di Gino Nardi, Patrizia e Alessandro, nella sala espositiva dell’Archivio

I figli di Gino Nardi, Patrizia e Alessandro, nella sala espositiva dell’Archivio

Prato, 12 aprile 2025 – Si apre oggi 12 aprile alle 16 – spalancando la finestra su una delle storie che hanno fatto la grande “Storia” – la mostraGino Nardi tra Prato, Africa e Scozia - Lettere e diari di guerra e prigionia (1940-1946)”.

Il carrista Nardi (1920-2015), prima combattente e poi prigioniero nel Regno Unito, tornerà a casa, in via Strozzi, solo il 13 febbraio 1946. Ha lasciato un significativo numero di cartoline e lettere riferite al periodo bellico, scambiate soprattutto con la fidanzata e poi moglie Iva Diddi. Si aggiungono sette diari, conservati dai loro figli, Alessandro e Patrizia. “Nostro padre – dicono – parlava spesso dei giorni di prigionia, dei compagni e della lontananza da Prato”. Ilaria Ballerini, la nipote ricorda: “Il nonno ci leggeva i suoi diari come fossero storie e poi piangeva. La sua gioventù è stata anche difficile”.

All’iniziativa hanno lavorato Archivio di Stato e Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi”. La mostra, patrocinata dalla Regione, dal Comune e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Prato, si chiuderà il 17 maggio. Le curatrici sono Deborah Cecchi e Chiara Marcheschi. L’Archivio di stato, in via Ser Lapo Mazzei 41, resta aperto gratuitamente lunedì e mercoledì dalle 8.30 alle 17.25, martedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 13.55. Apertura straordinaria dalle 8.30 alle 14 per sabato 17 maggio, in occasione del “XXIV Colloquio di storia postale” dedicato alla Seconda guerra mondiale.

Ai carteggi e ai diari di Nardi esposti, i visitatori troveranno foto, opuscoli, giornali e oggetti riferiti al periodo in cui il protagonista rimase lontano da Prato, come gli scarponi riportati dalla Scozia e la macchina per scrivere. Nardi nasce a Prato il 5 luglio del 1920. La sua famiglia produceva ghiacciaie e mobili da cucina. Nel 1943 con la resa agli alleati del suo battaglione, partì verso i campi di prigionia in Scozia. Restò nel Regno Unito, deperito e depresso, fino al 1946. La sera del 13 febbraio 1946 la sua vita ricomincia: torna a Prato e riprende il posto nel mobilificio di famiglia e, il 2 settembre, sposa Iva, che l’aveva aspettato e aiutato a superare “la malattia del reticolato”, cioè il disagio psichico dei soldati costretti alla condizione di prigionieri di guerra. Muore il 13 febbraio del 2015, esattamente 69 anni dopo il suo ritorno.