REDAZIONE PRATO

"Multiutility, i cittadini saranno protagonisti"

Il presidente della Provincia, Francesco Puggelli, mette Prato al centro della creazione del gestore unico

Migration

"Le province saranno la chiave di volta per la nascita della multiutility di acqua, rifiuti ed energia". Il presidente della provincia di Prato, Francesco Puggelli prova a fare il punto sul progetto che vede schierata Prato con Empoli e Firenze: creare un soggetto pubblico in grado di gestire servizi delicati per il cittadino.

Cosa cambierà in concreto proprio per i cittadini?

"Ci sono due aspetti essenziali. Il primo è dare attuazione alla volontà popolare di far tornare in mano pubblica la gestione di acqua, rifiuti ed energia. Il secondo è fare tutto questo tenendo alta la competitività sul mercato".

Le tariffe caleranno?

"Liquidare i privati determinerà sicuramente un calo sulle tariffe. Di certo in questo anno di approfondimento sarà importante la massima trasparenza nei confronti dei cittadini che dovranno essere consapevoli di cosa comporterà la creazione di un soggetto di questo genere".

Nodi da sciogliere?

"Il primo è quello sulla forma societaria. È chiaro che deve essere un ente pubblico; a me piacerebbe con la capacità di emettere obbligazioni. Sarebbe un’ulteriore forma di coinvolgimento dei cittadini, fuori dalle maxi imprese. Il secondo tema è quello della governance. La multiutility deve avere un respiro regionale, ma la regia deve essere ben radicata sui territori. Qui a Prato per esempio l’arrivo di Alia ha di fatto fermato l’introduzione della tariffa puntuale. Eravamo pronti, la volevamo, ma senza una governance veramente locale non se ne è fatto di nulla".

Prato è baricentrica in questa operazione, avendo Estra che sarà fulcro tra Alia e Publiacqua per la costruzione del soggetto unico.

"Il dibattito è aperto dagli anni ’90, volendo superare le aziende private, qui a Prato col Consiag siamo stati lungimiranti".

Ma è innegabile che una Multiutility solo su tre province e senza respiro regionale è destinata a non funzionare.

"Le province possono essere degli aggregatori naturali per questo processo. A una condizione: non ci devono essere cittadini di serie A o di serie B. Chi vive nella città metropolitana deve essere uguale a chi vive nell’ultima frazione del comune più isolato della Toscana. Solo così’ potremo riuscire".

Sarà una partita a scacchi piuttosto complicata: all’interno del bacino di area vasta, i tre proponenti: sindaci di Firenze, Nardella, Prato, Biffoni, ed Empoli, Barnini, hanno già registrato il no di Tomasi (Pistoia). Sul versante regionale, il domino ha difficili incastri su Arezzo, Siena e Grosseto, dove sono in corso grandi manovre sugli assetti delle altre società di servizi. La multiutility è il sogno segreto di generazioni di amministratori toscani. Emilia e Piemonte ci sono riusciti. Qui per adesso la strada è in salita.

Fabrizio Morviducci