Multiutility, nuovo scontro La Borsa ancora nel mirino "Le reti restino pubbliche"

Associazioni contrarie all’attacco dopo il parere della Corte dei conti. Ma la società replica: "Principio condiviso, il processo industriale va avanti".

Multiutility, nuovo scontro  La Borsa ancora nel mirino  "Le reti restino pubbliche"

Multiutility, nuovo scontro La Borsa ancora nel mirino "Le reti restino pubbliche"

La quotazione in borsa della multiutility Toscana continua a far discutere. Il Coordinamento delle Associazioni No Multiutility torna all’attacco, tirando in ballo un parere della sezione toscana della Corte dei conti (che però riguarda principi di carattere generale e non la multiutility) e i beni demaniali di proprietà di Consiag, una delle società che si è fusa per incorporazione all’interno di Alia portando in dote il suo intero patrimonio, comprensivo delle reti e degli impianti idrici comunali. Alia però replica garantendo che la titolarità dei beni demaniali resterà in mano pubblica e che il tema non ha alcun impatto sul processo di aggregazione in corso.

Andiamo con ordine. "Quello che viene detto dalla Corte dei conti è chiaro: non è ammissibile la cessione dei beni demaniali in capo a Consiag all’interno del progetto multiutility nella prospettiva della quotazione in borsa e della apertura ai privati – spiegano dal Coordinamento –. La natura demaniale di quei beni consente solo il conferimento in società a capitale interamente pubblico e incedibile". E ancora: "Gli intenti e la natura stessa della multiutility quotata in borsa, e dei suoi amministratori, non convergono più con l’interesse comune di tutelare e garantire un accesso equo e sostenibile ai servizi e beni che la società ha l’incarico di gestire – concludono dal Coordinamento – . Ci attendiamo che si rivedano le posizioni assunte, con un atto di sfiducia e sostituzione del cda di Alia, e che si apra una discussione seria e approfondita con i cittadini, finalizzata all’introduzione di modelli di gestione pubblica e partecipativa". Sul tema interviene anche la consigliera regionale dei 5 Stelle, Silvia Noferi: "La fusione per incorporazione si può fare, ma la nuova azienda non può aprirsi al mercato azionario privato perché ciò comporterebbe la ‘vendita’ di beni demaniali, come le reti idriche, che sono incedibili e inalienabili – precisa –. Si rischia un danno erariale".

Argomentazioni che però Alia Multiutility Toscana respinge al mittente in una nota di risposta. "Il progetto di creazione della Multiutility Toscana è stato definito e approvato in scrupoloso ossequio ai principi giuridici vigenti e alla disciplina di settore. In merito alla sentenza citata dai comitati, si chiarisce che il principio relativo alla titolarità delle reti e delle altre dotazioni patrimoniali, non ha alcun impatto sul processo di aggregazione – precisano appunto da Alia –. Viene peraltro condiviso pienamente il principio giuridico in base al quale la titolarità dei beni afferenti al demanio debba essere necessariamente pubblica. Nella fase dell’individuazione delle più idonee modalità di gestione delle singole concessioni di servizio idrico integrato, tale principio sarà rispettato con le modalità più rigorose possibili, come peraltro già avvenuto nel caso paragonabile di Consiag Servizi Comuni. L’attività industriale d’interesse della multiutility viene esercitata in concessione e a prescindere dal presupposto della titolarità delle infrastrutture e degli impianti".