REDAZIONE PRATO

Museo del tessuto e Beste insieme. Così il marchio Carpini rinasce

Collezione ispirata all’archivio per guardare al futuro. E un rilancio in grande stile il 26 marzo

Metti il nome dello storico marchio Carpini acquisito nel 2021 da Beste, aggiungi una dose massiccia di creatività racchiusa nell’archivio che fu donato nel 2004 al Museo del Tessuto dall’imprenditore Sergio Carpini, stimato disegnatore tessile che lavorò con Versace, Armani, Yamamoto. Condisci il tutto con la creatività di un altro disegnatore che si è affermato in casa Beste, il talentuoso Marco Burroni, uno dei più qualificati "tecnici" sulla piazza: il risultato è un’operazione che coniuga passato e futuro, l’importanza della conservazione della memoria tessile e la sfida di rinnovarsi sul mercato. Sì perché il marchio Carpini, che prende il nome dall’imprenditore che in tempo di guerra aveva la fabbrica in piazza Ciardi, ha da poco ritrovato nuova linfa creativa grazie agli stimoli provenienti dall’archivio custodito al Museo del Tessuto. Quando l’ha consultato, il tecnico Marco Burroni si è immerso in uno scrigno prezioso di idee fra 125 libri campionario e cartelle tendenze: si tratta dunque di rilanciare un marchio partendo dalle origini prendendo ispirazione da materiale in parte digitalizzato.

"Il Museo non è solo depositario di memoria storica ma anche un luogo dove la memoria deve servire per il futuro – sottolinea il direttore Filippo Guarini – Questa sinergia con Beste ci permette di riaffermare con forza una delle nostre funzioni strategiche, quella di conservare il patrimonio tessile del territorio e renderlo disponibile alle aziende e alle scuole di settore". Carpini è stato un maestro nel suo campo e, per volontà di Giovanni Santi, Beste vuole raccoglierne l’eredità più autentica affidandosi a un archivio tessile pubblico. "La nuova collezione si nutre di una grossa componente di creatività, grazie alla progettazione di lane che appartengono più a un bagaglio biellese ma che vengono reinterpretate in chiave pratese – racconta Burroni – Questa operazione significa anche andare incontro alle esigenze degli stilisti che necessitano ormai settimanalmente di proposte nuove". Una collezione di recente presentata a Milano Unica con una rivisitazione di lane pettinate che fonde molte fibre tecniche. Dal canto suo, l’azienda della famiglia Santi tradizionalmente votata al cotone completa così la sua offerta specializzandosi ancora di più sulla lana grazie a un ciclo produttivo tutto interno. Una storia di ieri e oggi che verrà restituita alla città negli spazi di Beste Hub martedì 26 marzo, a partire dalle 16.30: prima un workshop tessile per i futuri designer dal titolo "Un archivio storico come origine delle nuove idee" come opportunità per le scuole di settore (presenti anche studenti del Buzzi e del Pin), poi un incontro dal titolo "Un’eredità recuperata" con Fabia Romagnoli e Filippo Guarini, presidente e direttore del Museo del Tessuto, Giovanni Santi di Beste, Carlotta e Guya Carpini, figlie di Sergio, con una testimonianza del genero scrittore Edoardo Nesi.

Maria Lardara