REDAZIONE PRATO

Museo della deportazione. C’è l’accordo: nuovo cda. Chiarugi è il presidente

Ecco chi sono i componenti del consiglio di amministrazione espressione dei Comuni che dovranno arrivare alla creazione di un ente a traino regionale.

Cambio al vertice per la Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza. Dopo un periodo di stallo dovuto al mancato rinnovo del cda ecco che ieri sera è stato eletto il nuovo consiglio di amministrazione che avrà il compito di traghettare l’attuale fondazione verso il nuovo ente sulla base delle nuove indicazioni regionali. La nuova realtà da costituire è frutto del protocollo firmato nel 2019 tra la Fondazione Museo della deportazione, Regione, Comune di Prato, Comune di Firenze e Aned nazionale. L’ultimo step burocratico è avvenuto nel 2023 e da oggi inizia la fase concreta di creazione del nuovo ente di respiro regionale, per tutelare Prato e una delle poche strutture in Italia a essere dedicata alla conservazione della memoria.

A fare da traino ci sarà il nuovo cda nominato ieri sera: il presidente, al posto dell’uscente Aurora Castellani, indicato dal Comune di Prato sarà Massimo Chiarugi, 74 anni, anima del circolo di Viaccia, nonché ex vicepresidente Arci, ora presidente del collegio dei garanti. Il vicepresidente espressione di Aned Prato, è Diego Clemente. Gli altri membri del consiglio di amministrazioni sono Giulia Annichini (Comune di Prato), Enrico Fink (Comunità ebraica Firenze), Angela Riviello (Anpi), Ambra Giorgio (Associazione gemellaggio), Luciana Brandi (Vaiano), Marco Saccardi (Vernio), Maurizio Chiti (Cantagallo), Matteo Bonfanti (Poggio a Caiano), Maria Cristina Monni (Carmignano), Valentina Vespi (Montemurlo), Luana Grossi (Provincia).

I membri insieme al presidente lavoreranno a titolo gratuito per costituire la nuova fondazione della memoria che avrà sede a Prato. Da oggi il cda sarà subito a lavoro: la previsione è quella di arrivare alla creazione del nuovo ente a trazione regionale, ma che salvaguardi tutte le realtà che hanno a che fare con la memoria entro la prossima estate. Da qui arriva anche la decisione di non nominare un nuovo direttore del Museo dopo il pensionamento della direttrice, Camilla Brunelli. Bandire un concorso avrebbe richiesto praticamente il tempo necessario alla costituzione del nuovo ente e così la gestione in questo periodo di transizione sarà affidata a Luca Bravi, docente universitario che è stato nominato consulente speciale in attesa della nomina del nuovo direttore che avverrà a questo punto dopo la creazione del nuovo ente.

Al cda rinnovato con pieni poteri e con il compito di creare un ente di livello regionale, si aggiunge la buona notizia dei finanziamenti regionali. Grazie alla legge 38 dal 2025 e ogni anno per tre anni la Fondazione museo potrà contare su un contributo stabile di 90mila euro che si aggiunge ai finanziamenti relativi ai vari progetti.

Silvia Bini