Dopo un periodo di impasse il Museo della Deportazione e della resistenza si avvia verso una nuova rinascita. I problemi erano legati allo stallo degli organi dirigenziali, il cda, guidato dalla presidente Aurora Castellani, era stato prorogato più volte perdendo di fatto funzioni e scopi. Anche il museo, dopo il pensionamento della direttrice, Camilla Brunelli, attende la nomina di una nuova guida. Inaugurato il 10 aprile 2002, alla presenza dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grazie all’instancabile opera dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati sezione di Prato) e al Comune di Prato, è una delle poche strutture in Italia a essere interamente dedicata alla conservazione della memoria della deportazione e di quanti persero la vita nei campi di concentramento e di sterminio nazisti e nelle lotte di Resistenza e Liberazione dal nazifascismo.
Nel 2008 è diventato Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana e nel 2012 ha avuto il riconoscimento di museo di rilevanza regionale e proprio dalla Regione di recente è arrivata una boccata d’ossigeno per le casse del museo con lo stanziamento di 90mila euro che potranno ridare vigore alle attività.
A giorni è quindi attesa la nomina da parte del Comune di Prato del nuovo direttore del museo così come ci sarà da riorganizzare il cda a partire dal nuovo presidente espressione del socio di maggioranza ossia Prato. Spetterà anche agli altri Comuni nominare i propri membri, è possibile che ci siano new entry, ma anche riconferme. Oltre ai rappresentati dei Comuni della provincia sono nel cda un membro di Aned, di Anpi e della Comunità Ebraica di Firenze.
Sono tante le attività che vengono portate avanti per tramandare la memoria: ogni anno migliaia di persone, in larga parte giovani, visitano il museo e il centro di documentazione per conoscere la storia, spesso per una visita ci sono gli studenti delle Università americane con sedi a Firenze e Prato.
Un lavoro importante che necessita di fondi e di persone che abbiano volontà e iniziativa.
Proprio per conoscere una realtà importante come il Museo della Deportazione che Angela Riviello di Anpi, è stata inviata in commissione consiliare per parlare del lavoro che viene svolto.
"Dopo un periodo in cui le attività si erano ridotte - spiega Riviello - adesso stiamo entrando in una nuova fase. I finanziamenti della Regione sono fondamentali per proseguire con le attività. Facciamo molte iniziative soprattutto con le scuole per avvicinare i giovani ad una pagina importante della nostra storia e del nostro passato. Tramandare la memoria è un dovere di tutti noi. Ho dedicato gran parte della mia vita a questo progetto e credo che sia un tesoro importante per la nostra città: adesso dopo le difficoltà, anche di bilancio, che abbiamo dovuto affrontare si apre una nuova pagina con attività e iniziative nel solco di quello che è sempre stato un vanto per Prato".
Silvia Bini