REDAZIONE PRATO

Museo scienze planetarie. La festa per i vent’anni. Un’eccellenza della città

Nacque il 19 marzo 2005 su idea di Morelli, Braga e Pratesi e grazie alla Provincia. La principale collezione italiana di meteoriti, campioni mineralogici unici al mondo. Grazie alla sua presenza arriverà il centro di ricerca spaziale per i reperti da Marte. .

Tante le iniziative didattiche del. museo. A sinistra il direttore Marco Morelli

Tante le iniziative didattiche del. museo. A sinistra il direttore Marco Morelli

Il Museo italiano di scienze planetarie domani compie 20 anni. Fu inaugurato il 19 marzo del 2005 e nacque da un’idea di Marco Morelli, Renato Braga e Giovanni Pratesi, fortemente voluto dall’allora presidente della Provincia Daniele Mannocci. La progettazione di un museo che fosse al contempo legato al territorio, valorizzando le competenze e le realtà scientifiche locali, e proiettato su uno scenario internazionale fu affidata all’Istituto Geofisico Toscano dei quali gli ideatori facevano parte. Oggi il museo conserva la più importante collezione museale italiana di meteoriti e rocce da impatto e una collezione di campioni mineralogici, alcuni unici a livello mondiale. È uno dei motivi che ha convinto l’Agenzia spaziale italiana a scegliere Prato e il suo museo per la Curation Facility, il centro di ricerca spaziale dedicato ai reperti provenienti da Marte. "Il museo oggi è un punto di riferimento a livello nazionale e anche internazionale nelle collaborazioni scientifiche, ma la scelta è caduta su Prato anche grazie al convinto e fattivo sostegno, anche economico, del Comune e della Regione – sottolinea il direttore Marco Morelli – È un grande orgoglio poter celebrare il ventennale sapendo che Prato troverà casa un centro di eccellenza legato alla scienze planetarie inimmaginabile senza la presenza del nostro museo".

Per festeggiare i vent’anni il museo espone nuovi campioni di meteoriti e minerali che, nel corso degli anni, sono andati ad aggiungersi alla collezione originaria. Molte sono state le donazioni, tra le quali le più recenti sono dei collezionisti pratesi Bernocchi e Braga con campioni mineralogici in prevalenza toscani, del fiorentino Morandi con reperti di rocce e minerali provenienti dall’Africa e della senese Mirella del Dottore con campioni di malacofaune provenienti da tutto il mondo. La collezione Bernocchi è costituita da 234 esemplari (per lo più antimoniti) raccolti personalmente. Di notevole valore estetico, i campioni provengono dalle più importanti località mineralogiche toscane, nonché da zone minerarie oggi non più accessibili. La collezione Braga, esperto conoscitore dei siti estrattivi della Toscana meridionale, è composta da circa 1.319 esemplari provenienti per lo più dalle miniere del Monte Amiata e delle Colline Metallifere e della Maremma. La collezione del Dottore è costituita da oltre 2.000 conchiglie, 111 fossili e decine di minerali che provengono da tutto il mondo.

Le collezioni del Museo italiano di scienze planetarie hanno cominciato a formarsi (grazie al sostegno della Provincia) a partire dal 1999 con l’acquisto di 1.500 campioni mineralogici di un collezionista pratese, Pietro Nardini, che ne costituiscono il primo nucleo. Negli anni successivi, sia prima che dopo l’apertura del museo, il numero e la qualità dei campioni delle collezioni è progressivamente aumentato grazie ad acquisti (campioni anche di rilevanza internazionale), donazioni di collezionisti, missioni di ricerca e, per le meteoriti, grazie anche all’intensa attività di classificazione svolta dal museo stesso. Oggi si contano 928 esemplari di meteoriti e rocce da impatto di cui 125 esposti e 265 campioni di impattiti di cui 48 esposti. Sono 6.500 i campioni di minerali, di cui 130 esposti. Oltre alla cura e alla conservazione di questo patrimonio il museo svolge attività di divulgazione e educazione scientifica su temi che vanno dalla planetologia all’astronomia e astrofisica, alle scienze della Terra. Inoltre, il personale specializzato del museo svolge attività di ricerca scientifica con lo studio, la caratterizzazione e la classificazione di meteoriti e rocce da impatto.