
Chiuso il grande locale davanti alla statua di Datini
Prato, 5 marzo 2025 – Il colpo d’occhio non sfugge. Tre grandi vetrine spente e cartolina con statua del Datini di fronte: l’ultima serranda ad abbassarsi è stata quella dello storico negozio “Benetton”, cui dopo l’estate era subentrato il marchio “Mariposa”. Un’istituzione più che ventennale sulla via dello shopping, un esercizio che rimaneva sempre aperto in pausa pranzo e non andava mai in ferie d’agosto, con la titolare Maura e le commesse sempre generose di consigli per la clientela. Non ha fatto in tempo a salutare l’arrivo di marzo: fine dei saldi invernali e stop definitivo. Dietro ogni insegna che si spegne ci sono pezzi di storia che si cancellano, persone che rimangono senza lavoro, vuoti che risucchiano anche quello che sta intorno. In questa voragine si è creato un ‘effetto domino’ in un raggio ristretto di 150 metri. Sono duecento passi a piedi, fra corso Mazzoni e via Ricasoli: passo più, passo meno. Nell’ultima settimana hanno fatto le valigie altre tre attività, tutte aventi come denominatore comune la stessa tipologia, ovvero il commercio al dettaglio: “Lovable”, “Lay-Low”, “Camomilla” (anche se fuori è scritto ‘chiuso per inventario’).
In questa raffica di serrande abbassate, quella che fa più rumore è in piazza del Comune. Il vuoto lasciato da Benetton-Mariposa è un fondo di oltre 200 metri quadrati, sicuramente uno dei più grandi dentro le mura all’interno di uno storico palazzo che necessita di manutenzione a partire dalla facciata. Prima che scoppiasse la pandemia, fu l’ex assessore all’urbanistica Valerio Barberis a prendere contatti con il gruppo Inditex per tentare di portare un marchio come Zara in quell’immobile centralissimo. Ma per un eventuale investimento l’azienda spagnola (peraltro già presente ai Gigli) avrebbe avuto bisogno di metrature più grandi e, nel caso specifico, di un’articolazione su due piani. Un esempio virtuoso è senz’altro l’operazione della famiglia Signorini che, aprendo tre anni fa la Conad City in piazza San Francesco, riqualificò a piano terra un prestigioso edificio in disuso. Ma se di un market a misura di centro storico c’era necessità, la chiusura a catena di attività abbastanza simili fotografa una crisi strutturale del settore abbigliamento a tutti i livelli, dalla produzione industriale al commercio. Il sintomo di un malessere che non è solo pratese ma è riconducibile a una desertificazione più generale denunciata dalle associazioni di categoria anche su altri territori (non solo nei centri storici). Ma se l’abbigliamento piange, il comparto food sorride. A dimostrarlo non è solo l’imminente sbarco della catena “La piadineria” in via Garibaldi con tanto di manifesti a tappezzare le vetrine nell’ex merceria Panci. Un bel movimento si registra in piazza Duomo dove vanno avanti i lavori di ampliamento del “Caffè Coppini”: i tavolini per pranzare e fare aperitivo con vista Cattedrale aumenteranno. Accanto, dopo un lungo periodo di stop, sono ripresi i lavori per “I’ Bacaro de’ Bischeri”, per la cui apertura prevista inizialmente nel 2022 si vocifera maggio: sarà un locale dove gustare cicchetti veneziani grazie a tre soci toscani che hanno già un’attività simile nella città lagunare. Aperture da leccarsi i baffi anche in via Magnolfi dove ha i giorni contati la boutique “If” ma gli spazi dell’ex mensa universitaria stanno per rinascere con i sapori di “eGodi pizza e panozzi”, la cui inaugurazione è prevista entro marzo (l’attività è già presente ad Agliana). Non solo nuove insegne ma anche spostamenti di negozi già avviati e consolidati. Come “Mattoncini Prato” che presto cambierà casa: da via Garibaldi a corso Mazzoni dove c’era prima “L’aggeggio” e poi la sede del comitato elettorale di Gianni Cenni: il fascino dei Lego è sempre fonte di richiamo per grandi e piccini.