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No agli accorpamenti. Il Marco Polo diventa il simbolo della battaglia: "L’identità va difesa"

L’assessora regionale Alessandra Nardini insieme agli studenti "Ricorso contro il goveno al Tar e alla Corte costituzionale". La dirigente: "Rischiamo di perdere la qualità della didattica".

Prato esempio di accoglienza, integrazione, qualità scolastica. Non a caso l’assessora regionale all’istruzione Alessandra Nardini ha scelto di trascorrere una intera mattinata tra gli alunni delle Cesare Guasti e della Ser Lapo Mazzei che fanno capo all’istituto comprensivo Marco Polo, sacrificato dalla legge di bilancio che impone di accorpare realtà scolastiche. Una decisione ostacolata con forza dalle istituzioni che sono partite da eccellenze come Marco Polo per presentare ricorso al Tar contro il decreto che prevede una diminuzione dalle attuali 470 autonomie scolastiche a 455 per il 20242025, scendendo ulteriormente a 452 per l’anno 20252026 e 446 nel 20262027. A Prato rischiano il comprensivo Marco Polo e il comprensivo Pertini di Vernio. La prima eccellenza di inclusione, la seconda presidio di montagna. Con l’accorpamento a perdere saranno soprattutto gli studenti e la qualità della didattica.

Accorpamento significa tagliare numeri, quelli del personale Ata, perdere e disperdere un’identità che ha fatto la storia del Marco Polo come palestra di inclusione e presidio di cittadinanza. Via, con l’accorpamento, anche le figure dei presidi e direttore dei servizi amministrativi. "La scuola Marco Polo è di grande qualità – spiega la dirigente Mariagrazia Ciambellotti –. Un luogo dove lavorano moltissime professionalità capaci di portare la didattica a standard elevatissimi". Ne sono un esempio progetti unici come l’Altoparlante, in collaborazione con l’Università di lingue di Siena, che prevede un modello particolare di lezioni basato sulle lingue di ciascuno. Il Marco Polo è un’eccellenza, grazie anche alle collaborazioni con realtà come Reggio Children. L’istituto comprensivo ha 850 alunni: "Da sempre siamo una città accogliente – spiega l’assessore all’istruzione Ilaria Santi – non abbiamo bisogno dell’atlante perché nelle nostre scuole sono rappresentate tutte le nazioni. Un modello che va preservato". La Regione si è opposta per salvaguardare l’assetto attuale presentando anche ricorso alla Corte costituzionale (l’udienza sarà a novembre) ritenendo appunto che siano stato violati i principi costituzionali che assegnano alle Regioni la competenza sulla rete scolastica: "La riorganizzazione poteva essere fatta in altro modo, come in altro modo doveva e poteva essere concessa alle Regioni più autonomia sul dimensionamento", sottolinea Nardini.

No deciso anche dal sindaco Biffoni: "Accorpare istituti scolastici senza prenderne in considerazione le peculiarità è una decisione senza criterio. E l’ho ribadito insieme a Alessandra Nardini e Ilaria Santi – dice –. Insieme alla Regione faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per evitare che l’istituto Marco Polo subisca questa decisione. L’ho detto tante volte pubblicamente e lo ridico anche stavolta: quella scuola, che conta più del 75% di ragazzi di origine straniera, grazie al lavoro appassionato e competente di dirigente e insegnanti, è un valore aggiunto per Prato e per i nostri ragazzi e per questo bisogna investire le risorse e non tagliarle. L’istituto Marco Polo è uno straordinario modello di inclusione e formazione che funziona davvero bene e dove nessun ragazzo è un numero ma anzi viene valorizzato nella sua unicità".

Silvia Bini