REDAZIONE PRATO

"Noi, con l’autostrada che ci entra in casa Rumore e inquinamento: qui non si vive più"

I residenti di Cafaggio e Paperino rilanciano la richiesta di barriere fonoassorbenti: "Frastuono continuo, i doppi vetri non servono"

"Una sera alle 23.30 un tir è uscito di strada e ha rovesciato tutta la soda che trasportava nel nostro giardino. Noi eravamo a letto, ci è sembrato un terremoto. In altre due circostanze invece sono finite fuori strada due automobili, terminando la loro corsa nel nostro orto. Qui è un inferno: fra inquinamento acustico, ambientale e incidenti non si vive". La revoca del bando di gara per la realizzazione della terza corsia sull’A11 ha fatto esplodere di nuovo la protesta dei residenti di Cafaggio e Paperino che da decenni attendono le barriere antirumore.

A raccontare i disagi quotidiani nel vivere accanto all’autostrada è Cristina Pagnini, residente nella porzione di via del Lazzeretto in zona Paperino, la cui casa confina proprio con l’A11. "Qui è un frastuono continuo" racconta Pagnini. "Fra una stanza e l’altra non ci si sente. E a nulla sono serviti i vetri doppi. Noi siamo nel bel mezzo dell’autostrada, senza guardrail a protezione del nostro giardino e senza barriere antirumore". E’ vero: chi abita in zona valuta positivamente lo stop momentaneo al progetto voluto da Autostrade, ma al contempo pretende protezioni acustiche e fisiche. "Con gli espropri si prenderanno dieci metri di giardino – prosegue Pagnini – e ci ritroveremo con l’autostrada che passa a otto metri da casa. Ma come è possibile che sia consentito qualcosa del genere?".

L’eventuale stop alla terza corsia significherebbe inoltre dire addio alla riqualificazione del sovrappasso di via del Lazzeretto. "Transitarci per ciclisti e pedoni è pericolosissimo – accusano i residenti –. Bisogna fermarsi per fare passare le auto, altrimenti si rischia di restare schiacciati. La carreggiata è stata ristretta per evitare che ci passassero i mezzi pesanti, ma nessuno ha pensato a creare uno spazio riservato a pedoni e ciclisti". Quartiere che vai, protesta che trovi. Perché se in via del Lazzeretto c’è qualcuno che ha il giardino confinante con l’A11, in via Roma a Cafaggio invece ci sono terrazzi che affacciano proprio sull’autostrada: "Fra alcune case e l’A11 ci saranno al massimo un paio di metri – racconta una residente, Anna Mescolini – e di barriere antirumore nemmeno a parlarne. Da qui chi può ci scappa, perché siamo nella morsa di inceneritore, autostrada, traffico e commistione fra case e aziende artigianali e industriali". Un altro abitante, Enzo Balli, ammette di stare cercando di vendere casa: "Molti l’hanno già fatto e anche io voglio farlo – racconta –. In questo quartiere non è vita, la politica non ci ascolta, nessuno fa qualcosa per migliorare la qualità dell’aria. Ci sono i dati sull’inquinamento rilevati dalle centraline di monitoraggio che sono ben peggiori di altre zone di Prato. Perché noi dobbiamo essere trattati come se fossimo cittadini di serie B?".

I residenti di via Roma ieri mattina hanno inscenato una piccola protesta con tanto di cartelli chiedendo di vedere tutelata la loro salute. "Lo stop al progetto della terza corsia è un’opportunità per la città – commenta Tommaso Chiti del comitato ‘In mezzo a un’autostrada’ –, è l’occasione per il Comune di fermare l’ampliamento dell’A11 e di pretendere l’installazione delle barriere antirumore. Quest’ultimo è un diritto di legge per tutti i residenti e spetta al Comune tutelarlo. Con la terza corsia l’A11 in certi punti passerebbe a meno di due metri dalle case. Gli amministratori locali si rendono conto di cosa significhi vivere a fianco di un’autostrada?".

Stefano De Biase