Si è concluso con l’assoluzione dall’accusa di estorsione il processo che ha portato alla sbarra un cinese cinquantenne ritenuto responsabile di aver preteso diecimila euro dal nuovo compagno della sua ex fidanzata. La vittima del presunto taglieggio, un cinese trentenne, aveva denunciato che il rivale in amore aveva preteso quella consistente somma di denaro come risarcimento dello sgarro patito. Ieri, di fronte al collegio del tribunale pratese, il cinquantenne orientale, difeso dall’avvocato Antonino Denaro, è stato scagionato dell’accusa di estorsione. Il che significa che il collegio giudicante ha sposato l’ipotesi difensiva proposta dal legale dell’imputato, che mettendo insieme una serie di episodi e pezzi di questa intrigata storia, è riuscito a costruire un quadro che ha convinto i giudici. Il pubblico ministero aveva chiesto per l’indagato sei anni. La sentenza è di altro tenore.
La ricostruzione di come il rivale in amore sia arrivato a sporgere denuncia contro il cinquantenne ha fatto emergere elementi, grazie ai quali il legale dell’imputato ha corroborato la sua tesi difensiva. Sarebbero emerse incongruità sia riguardo alla somma versata (10mila o 15mila euro?) e poi il denunciante avrebbe parlato di questa vicenda nell’ambito di un’altra indagine. Il trentenne raccontò questa storia ai carabinieri mentre si trovava in caserma, appunto, per un’altra questione legata a contestazioni sul trasporto di rifiuti. A questo punto che cosa succederà? L’imputato scagionato non ha intenzione di presentare denuncia per calunnia contro il connazionale. Resta, però la possibilità che venga proposta la richiesta di appello da parte del pubblico ministero o della procura generale.
Sa.Be.