Il servizio sanitario di medicina d’urgenza in chiaro scuro tra l’impegno del personale ospedaliero (sempre poco) in servizio al pronto soccorso del Santo Stefano e le attese disilluse di un supporto esterno con il Pir, il punto rapido di intervento, attivato alla casa della salute di via fra Bartolomeo.
E’ uno dei punti cruciali dell’interrogazione presentata da Rita Pieri, capogruppo del gruppo consiliare Forza Italia, al presidente del consiglio comunale in merito al funzionamento del Pir, a seguito delle criticità emerse durante il sopralluogo al pronto soccorso della Commissione 5. Eppure, come sottolinea Pieri "il Pir nasce per dar sollievo al pronto soccorso e in realtà non ha la strumentazione adeguata per far analisi, diagnosi e attività da pronto soccorso in generale". Carenze di base contro le quali la capogruppo di FI punta il dito: "Operativo da 50 giorni - riflette - soltanto ora si dichiara che dopo il rodaggio si iniziano a formare gli operatori".
Ma ciò che fa gridare allo scandalo sono i giorni di apertura del servizio dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20 con chiusura il sabato e la domenica. "Quindi tutti gli utenti si riversano al pronto soccorso - incalza Pieri - affollato come dichiarato durante il sopralluogo dai medici, con una percentuale altissima di non urgenze o urgenze minori. Il Pir doveva e poteva essere la risposta e invece tempi di apertura assurdi, scarsa strumentazione diagnostica e poca formazione non la permettono. Una curiosità: i sanitari del Pir non hanno possibilità di mettere neppure i punti di sutura".
Il numero di accessi al Pir è stato di 30 utenti in 50 giorni con prescrizione medica. "Il territorio doveva dare le risposte sanitarie adeguate per fronteggiare un ospedale per acuzie, sottostimato rispetto alla popolazione e al niente del territorio dal punto di vista sanitario e nonostante la professionalità del personale sanitario". Sa.be.