
"Non si spacciava per nutrizionista". Il guru delle diete è innocente
Lo ha sempre detto e ripetuto: "Scrivo libri, non mi sono mai spacciato per un medico o per un nutrizionista. E’ una falsità". E alla fine è stato creduto. Giovanni Cianti, 74 anni, residente in provincia di Prato, difeso dall’avvocato Tiziano Veltri, è stato assolto ieri con formula piena dal tribunale di Prato dall’accusa di esercizio abusivo della professione medica, accusa per la quale lo stesso pm Massimo Petrocchi aveva chiesto l’assoluzione.
"Davo consigli a chi me li chiedeva su come mantenersi in forma o su quali abitudini alimentari e stili di vita seguire. Niente di più. Non ho mai pensato di sostituirmi a un medico", è stata la sua difesa durante il processo. D’altronde i libri di Cianti su body building, diete, metabolismo, fitness sono acquistabili su qualsiasi piattaforma on line e i suoi scritti hanno avuto anche un certo seguito fra i lettori.
Cianti era stato segnalato alla procura dall’Ordine dei nutrizionisti. Il sospetto era che lo scrittore curasse i pazienti senza però averne nessun titolo. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i fatti contestati risalirebbero al gennaio del 2019 quando Cianti avrebbe fatto riempire ai suoi clienti le schede informative con i dati riguardanti la salute. Clienti che avevano acquistato e letto i suoi libri e che gli chiedevano consigli circa le diete, lo stile di vita e sui problemi legati al metabolismo. Nelle schede mediche che Cianti faceva compilare ai clienti c’erano dati sensibili come, ad esempio, il peso, la massa corporea, l’eventuale presenza di malattie come il diabete, i trigliceridi alti, la celiachia, le intolleranze o allergie alimentari. Particolare che fece scattare la denuncia da parte dell’Ordine dei nutrizionisti che credevano che l’uomo desse consigli di tipo medico o prescrivesse diete senza però essere iscritto a nessun ordine professionale.
Dopo le indagini fu rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione medica. Il diretto interessato ha sempre rigettato questa accusa ribadendo di essere semplicemente uno scrittore di libri sull’alimentazione, non un medico e neppure un nutrizionista. Il giudice ha creduto alla sua buona fede.