
La fontana del Bacchino davanti al palazzo comunale: uno dei luoghi iconici del centro storico che attrae sempre molti giovani
"Quando il tramontano move, o son tre o son sei o son nove", dicevano un tempo i pratesi riferendosi ai giorni di durata di vento a Prato. Sì perché in città la brezza ha sempre accompagnato le estati (per fortuna) e pure gli inverni. Ora pare che non sia più così. Almeno in base alla classifica pubblicata dal Sole 24 Ore sull’Indice del clima 2025, basato su 15 parametri meteorologici che fotografano il decennio 2014-2024, anche il vento capace di allietare le giornate più afose non è più un sollievo certo. Del resto il meteo è ballerino e il cambiamento climatico una certezza. E così mentre l’indicatore sulla brezza estiva che registra i nodi medi di vento nella stagione luglio-settembre, ci colloca soltanto al 62esimo posto della classifica nazionale, quella del caldo estremo che registra i giorni con temperatura superiore a 35 gradi ci piazza al 96esimo posto, registrando una tra le performance peggiori in Italia. Questo significa che, ogni anno, sempre più giornate superano soglie di temperatura critiche, con effetti negativi sulla salute, sull’agricoltura e quindi sulla qualità della vita cittadina.
In generale Prato si colloca all’80° posto su 107 città italiane. Una posizione che riflette un clima sempre più difficile, segnato soprattutto da fenomeni di caldo estremo, siccità e scarsa ventilazione estiva. La città soffre anche di un’elevata frequenza di ondate di calore, classificandosi 92ª. Le temperature percepite oltre i 30 gradi per tre giorni consecutivi stanno diventando la nuova normalità, aumentando i rischi legati a stress termico e malori, specialmente nelle fasce più vulnerabili della popolazione.
Anche il soleggiamento non gioca a favore: Prato è 72ª per ore di sole medie giornaliere. Sebbene il sole rappresenti una risorsa per l’energia rinnovabile, in un contesto di alte temperature e umidità, l’irraggiamento solare accentua l’effetto isola di calore urbano.
Quanto alla ventilazione estiva, la città si piazza appunto solo al 62° posto, una posizione media che però, considerando l’intensità del caldo, non garantisce un adeguato ricambio d’aria, con conseguente peggioramento della qualità atmosferica. E lo conferma la circolazione dell’aria, con Prato al 61° posto.
Nonostante il quadro complessivamente severo, alcuni dati offrono spunti meno negativi: Prato è 51ª per notti tropicali, meglio di molte città del Nord e del Sud, consentendo ai pratesi almeno il riposo notturno e si posiziona 42ª per giorni freddi, beneficiando di inverni relativamente miti.
Sul fronte delle precipitazioni, la situazione è meno drammatica: Prato è 68ª per intensità pluviometrica e 59ª per eventi estremi di pioggia, anche se la ferita dell’alluvione di novembre 2023 brucia ancora. Segnali preoccupanti di siccità prolungata, come evidenzia il 63° posto nella percentuale di giorni consecutivi senza pioggia. Il trend è chiaro: caldo crescente, piogge meno distribuite e ventilazione insufficiente impongono scelte coraggiose e strategie di mitigazione climatica.
Silvia Bini