Sono rimasti a bocca asciutta gli industriali tessili pratesi, dopo la pubblicazione del decreto bollette varato dal governo (e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 28 febbraio) che avrebbe dovuto aiutare le aziende in difficoltà per l’aumento dei costi energetici. Chi si aspettava l’inserimento anche del settore moda è rimasto deluso: nessun beneficio all’industria tessile pratese, che di fatto non potrà attingere al miliardo e 200 milioni di euro destinati al sostegno alle imprese per l’incremento dei prezzi di gas metano ed energia elettrica. Una bella tegola in un momento non certo facile. Il problema è legato ai consumi: Prato resta beffata perché non ha aziende così grandi da consumare in media 1 gigawattora all’anno, così da qualificarsi come ’elettrivore’, e neppure così piccole da essere allacciate alla bassa tensione, unica fattispecie prevista dalla norma per avere gli sgravi. Insomma un bel problema che irrita Confindustria Toscana Nord: "Siamo di nuovo alle prese con costi di energia e gas così elevati da mettere in grave difficoltà la filiera tessile e in particolare alcune fasi cruciali per la tenuta dell’intero sistema - spiega Filippo Giagnoni, coordinatore del gruppo Nobilitazione di Ctn -. La grande volatilità dei prezzi rende opportune contrattualizzazioni a medio-lungo termine, particolarmente complesse in un quadro come l’attuale. Rispetto al 2019, nei primi due mesi del 2025 il prezzo medio della materia prima gas ha sfiorato +200%, dell’energia elettrica +140%. Se poi guardiamo al confronto con la media del 2024, l’ordine di grandezza è rispettivamente +30% e +20%. Con un calcolo necessariamente molto approssimativo, si può stimare che solo per la materia prima nel 2025 la bolletta complessiva del distretto tessile aumenterà di oltre 38 milioni di euro". Eppure Prato a livello nazionale rappresenta il 19% di imprese tessili e il 17% degli addetti del settore, e genera il 14% delle esportazioni tessili in valori confermandosi il primo distretto tessile italiano. Stesso primato nazionale di settore, con una quota del 16%, anche nei consumi di energia elettrica. "I problemi generati dall’aumento dei costi energetici colpiscono l’intera filiera - aggiunge Francesco Marini, presidente della sezione Sistema moda di Ctn -. Impennate che si collocano in un momento complesso e delicato, segnato da tante criticità che si sono abbattute sul settore moda a livello globale. Nel frattempo, scontiamo contrazioni significative di produzione ed export, che per l’anno scorso sono stimabili entrambe intorno al -8%. Per energia elettrica e gas sono necessarie misure immediate, con effetti a loro volta immediati che consentano di superare questa fase di impasse, e parallelamente interventi strutturali. A noi il Decreto bollette non sta dando e non darà nulla: occorrono altri provvedimenti. Per il gas il credito di imposta funzionò bene in occasione del picco del 2022: andrebbe riproposto".
Si.Bi.