Accatastamento di camini, stufe e caldaie a biomassa: è polemica sulla procedura regionale. I tre sindaci dei Comuni della Valbisenzio – Giovanni Morganti per Vernio, Primo Bosi per Vaiano e Guglielmo Bongiorno per Cantagallo – dichiarano di "non essere stati coinvolti".
È scattato, infatti da lunedì scorso 2 ottobre, l’obbligo di accatastamento, semplificato per gli impianti a biomassa (camini, stufe e caldaie).
"L’obbligo è stato fissato dalla Regione e i Comuni non sono stati coinvolti nella definizione delle procedure – tengono a precisare Bongiorno, Bosi e Morganti – si tratta di un provvedimento che si pone l’obiettivo di controllare l’inquinamento e di
contrastare i danni per la salute ma che è stato gestito in maniera inadeguata e dimostra scarsa attenzione e conoscenza dei luoghi montani, dove tra l’altro molta parte della popolazione è composta da persone anziane, non certo avvezze all’utilizzo degli strumenti informatici".
Il provvedimento riguarda i generatori alimentati a biomassa con potenza utile nominale inferiore ai 10 kW. In pratica si tratta dei camini (sia aperti che chiusi con inserti), delle stufe e delle caldaie che usano biomasse (legna, pellet, cippato). Sono invece escluse dall’accatastamento le cucine economiche, ovvero stufe dedicate alla cottura dei cibi e non collegate all’impianti di riscaldamento. Lo scopo è quello di "censire" quanti camini e stufe sono presenti sul territorio toscano: dato fondamentale per mettere in relazione la diffusione di questi impianti e i fenomeni di inquinamento da Pm10, al fine di migliorare le politiche per il contrasto dell’inquinamento atmosferico.
Tutte le informazioni a riguardo sono sul sito della Regione.
Per l’accatastamento occorre collegarsi, con le credenziali Spid, al link https:siert.regione.toscana.itcitviewslogin.php?ri=1. Il sistema collegherà direttamente il generatore a biomassa sotto il codice-impianto che è già corrispondente a quella unità immobiliare.
Per i cittadini responsabili dell’impianto che abbiano difficoltà nelle procedure informatiche di registrazione è stato attivato il numero telefonico 800 15 18 22 dedicato, a cui è possibile chiedere informazioni.
La delibera prevede comunque la possibilità di procedere, senza incorrere in sanzioni, all’accatastamento entro e non oltre 30 giorni dalla data dell’eventuale controllo dei tecnici Arpat nel caso l’impianto non risultasse in regola. Insomma, la multa nel caso scatta dopo 60 giorni e due richiami.