REDAZIONE PRATO

"Obiettivo ‘distretti commerciali’. Cambio di rotta per battere la crisi"

La morìa di negozi in centro storico. Tempestini (Confcommercio): "Già altre regioni si sono mosse su questa strada. Dalla riqualificazione della città agli eventi alla mobilità: pianificare gli investimenti. Ma fare in fretta".

"Non bisogna perdere tempo. Occorre iniziare a parlare, sia a livello di Comune che di Regione, della risorse da destinare alle attività imprenditoriali dentro le città. Prato, che dalla sua ha anche elementi che danno speranza, come il dato demografico, potrebbe essere territorio che sperimentalmente fa una proposta". Tiziano Tempestini, direttore di Confcommercio Prato Pistoia, misura la febbre della crisi del commercio che attanaglia il centro storico di Prato – con chiusure recenti anche illustri, vedi quella prima di Benettone e poi del subentrato Mariposa in un fondo di oltre 2000 metri quadrati praticamente dirimpettaio al Comune – ma allo stesso tempo pungola a soluzioni, strategie. Urgenti.

Sempre più serrande giù nel centro storico di Prato. Il commercio al dettaglio continua a soffrire...

"Sì, Confcommercio denuncia da anni una situazione in cui la tenuta delle attività economiche in città e nelle frazioni è compromessa. La chiusura di serrande di attività anche importanti sono la punta dell’iceberg di questa sofferenza. Il centro diventa appetibile per la frequentazione serale, ma durante il giorno le attività commerciali da sole non riescono a fare da catalizzatore alla forza che serve per tenere in vita le aziende".

Quali strategie servono per provare ad arginare la crisi del commercio al dettaglio?

"Non solo il Comune, ma tutti, anche i cittadini dovrebbero fare di più perché i servizi di prossimità sono elementi di valore, di qualità della vita nelle città. Con l’amministrazione comunale ci sono interlocuzioni in atto perché si deve superare la logica dei centri commerciali naturali andando verso la costruzione dei cosiddetti ‘distretti commerciali’".

Cosa intende?

"Altre Regioni si sono mosse in questo senso. Ad esempio ci sono esperienze in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto: a fronte di un’iniziativa del Comune si sono dirottate molte risorse di sostegno al commercio ad esempio sotto forma di lotta al degrado, ma anche di supporto alle imprese per la digitalizzazione, o ancora per la realizzazione di eventi. Vanno create le condizioni affinché la città diventi luogo di socialità, chiaramente strizzando l’occhio ai turisti che sono cittadini temporanei che garantiscono i consumi".

Insomma, una visione complessiva, più ampia, che vada oltre lo specifico bando.

"Sì, i distretti commerciali funzionano così. In Emilia, ad esempio, fanno panel di soggetti interssati, cittadini, professionisti, Comune. In alcuni casi è individuato anche un city manager. Vengono pianificati investimenti infrastutturali, come la riqualificazione della città, lo sviluppo digitale, ma vengono anche promosse iniziative legate alla mobilità. E c’è un forte impegno sul lato della promozione e degli eventi".

Servono fondi. Siamo sempre lì...

"E’ necessario che la Regione, che veicola i fondi comunitari, faccia una scelta forte. Ora queste iniziative sono un’urgenza".

Abbiamo visto che in estate, con le aperture notturne, ma anche nel periodo natalizio, gli imprenditori hanno fatto la loro parte...

"Esatto, ma non basta, c’è necessità forte di un cambio di rotta, serve uno sforzo ulteriore anche da parte delle istituzioni: la situazione rischia di peggiorare in modo notevole. Le ultime chiusure la dicono lunga. Danno l’idea di un centro storico che non risulta più appetibile. Occorre dare una risposta subito".

Cosa ne pensa dell’iniziativa di sostegno agli affitti tramite un bando triennale a cui sta lavorando il Comune?

"Valuteremo l’iniziativa. Va capito il tipo di investimento e quali risultati potrebbe portare. Con la premessa che non va sprecato nemmeno un euro".

Come spiega una crisi del commercio al dettaglio così profonda?

"L’orientamento dei consumi incide notevolmente: tende ad esserci meno appeal verso il settore abbigliamento, c’è più interesse verso il settore alimentare e quello dei viaggi. E poi mettiamoci l’e-commerce, che fa la sua parte. E l’aumento dei costi di gestione di un’attività, quindi affitti, bollette e altre spese. Ma non bisogna cedere a un futuro senza speranza. Bisogna fare qualcosa, ma in fretta".

Maristella Carbonin