
Obiettivo strade libere. Si punta al Natale. Ma togliere tutto costerà 25 milioni
Sono 300 gli uomini e le donne in campo ogni giorno per liberare le strade alluvionate della provincia di Prato e di Campi Bisenzio dai rifiuti. In totale 212 squadre e 130 mezzi, un dispiegamento eccezionale per arrivare nel più breve tempo possibile a restituire il volto sano della città ancora ferita la notte del 2 novembre dall’ondata di piena. L’obiettivo è Natale. Oltre 25 milioni la stima dei costi che al momento pensano sulle spalle di Alia, la società incaricata dalla Regione di gestire l’emergenza.
"Fin dalle prime ore siamo stati in campo e a disposizione, ma non abbiamo compreso subito l’entità di quanto è avvenuto e di quello che avremmo dovuto gestire – spiega Alessandro Canovai, direttore operativo di Alia e coordinatore delle attività in questa fase di emergenza –. Abbiamo immediatamente chiesto supporto ad imprese italiane del nostro settore che si sono messe a disposizione". La modalità di recupero dalle strade prevede soprattutto l’utilizzo di camion con ragno appositamente studiati per gestire grandi quantità: undici i mezzi di Alia in una situazione ordinaria, 66 quelli ogni giorno a disposizione grazie alle forze arrivate dall’esterno.
"Siamo a metà della fase uno, le strade sono state quasi tutte pulite una prima volta – spiega Canovai –. I rifiuti però vengono esposti in più momenti e quindi è necessario proseguire con ulteriori passaggi nelle stesse vie. Utilizziamo i camion con ragno che risultano decisivi per ridurre il volume dell’immensa massa di materiale da smaltire e agevolarne il trasporto verso le discariche toscane".
Una prima buona notizia c’è: a Poggio a Caiano e Carmiganno da ieri la gestione dei rifiuti è tornata nella norma, senza più recuperi in emergenza. "Grazie alle persone che sono a lavoro e che non si sono mai risparmiate il ciclo è continuo, sabato e domenica compresi fino a tarda sera", aggiunge Canovai.
Le attività si sono divise in step: recupero dei rifiuti accatastati nelle strade alluvionate, a seguire stoccaggio nelle aree indivuduate dal Comune (parcheggio del palazzetto dello sport di Maliseti e viale Marconi), successivamente tocca ai sei trituratori – posizionati nelle piazzole pubbliche di accumulo di Prato, Montemurlo e all’interno degli impianti Alia di via Paronese a Prato e del Ferrale a Firenze – e infine il materiale alluvionato viene trasporto alle discariche toscane. Un lavoro lungo e artigianale. Le strade da ripulire sono indicate dai Comuni in base alle necessità, ma saranno necessari ancora ulteriosi passaggi nelle zone più critiche. Al momento è finito in discarica più o meno circa un quinto del totale da smaltire.
Silvia Bini