Omicidio del bodybuilder. Confermate le condanne per il killer e il suo autista

Nessuno sconto di pena in Appello per Stefano Marrucci e per Andrea Costa, accusati di aver ucciso in concorso Gianni Avvisato di fronte a casa sua. Il movente: "Futili motivi".

Omicidio del bodybuilder. Confermate le condanne per il killer e il suo autista

Omicidio del bodybuilder. Confermate le condanne per il killer e il suo autista

Due pesanti condanne confermate in Appello. Sono quelle a 20 anni di reclusione per Stefano Marrucci (foto), fiorentino di 58 anni e pluripregiudicato, che uccise a bruciapelo con un colpo di pistola Gianni Avvisato, culturista di 38 anni, sulla porta di casa a Comeana, e quella 10 anni e 8 mesi al complice, Andrea Costa, manovale fiorentino, che accompagnò in auto il killer dalla vittima e ne agevolò la fuga. E’ quanto ha stabilito la Corte di Appello di Firenze a cui i legali dei due imputati (Marrucci difeso da Luca Cianferoni e Costa da Mattia Alfano) avevano fatto ricorso dopo la sentenza di primo grado. L’Appello ha confermato in toto la condanna del tribunale di Prato inflitta in rito abbreviato e chiesta della Procura. Entrambi dovevano rispondere di omicidio volontario in concorso.

Gianni Avvisato fu ucciso il pomeriggio del 24 novembre 2021. Secondo quanto ricostruito i carabinieri, Marrucci, che fra l’altro era agli arresti domiciliari, si sarebbe recato a Comeana, accompagnato in auto da Costa, per "dare una lezione" ad Avvisato in seguito ad alcune "vecchie ruggini". I vicini di casa raccontarono di aver sentito i tre litigare. Poco dopo fu udito il rumore dello sparo. Marrucci e Costa furono visti scappare su un’auto rossa, quella del Costa. Avvisato rimase a terra in una pozza di sangue. Fu soccorso da alcuni vicini i quali non fecero in tempo a chiamare i soccorsi: morì dissanguato in quanto il colpo sparato dalla pistola di Marrucci colpì una arteria. Avvisato non riuscì neppure a dire chi fosse stato a sparargli. I testimoni riuscirono a prendere il numero di targa e, grazie alle telecamere di sorveglianza, i carabinieri risalirono all’auto del Costa. Il manovale fu rintracciato nella sua abitazione a Firenze e arrestato. Fu lui a fare il nome di Marrucci che rimase latitante per una decina di giorni. Fu arrestato dai carabinieri in un affittacamere a Firenze con un blitz degno di un film di azione. Quando fu sorpreso nel sonno, aveva la pistola sul comodino. Marrucci non ha mai collaborato con gli investigatori ma durante il processo di primo grado spiegò di non essere andato a Carmignano con l’intenzione di uccidere. Il movente non è mai stato chiarito ma per gli inquirenti si trattò di "futili motivi" legati a reciproche offese scambiate sui social.

Laura Natoli