
L'intervento dei vigili del fuoco nella villetta di Montepiano
Prato, 15 aprile 2025 – E’ stato affidato l’incarico per la perizia psichiatrica sul giovane di 22 anni che nel febbraio scorso ha ucciso la mamma, Anna Viliani, 60 anni, con 50 coltellate e ha dato fuoco alla casa in via Toccafondi a Montepiano. Il gup Marco Malerba ha formulato i quesiti a cui la dottoressa Michela Casoria dovrà rispondere entro il 5 settembre prossimo (90 giorni di tempo). All’udienza di ieri era presente il ragazzo, sordomuto dalla nascita e con gravi problemi cognitivi, assistito dall’avvocato Roberta Roviello, reo confesso, che dal giorno successivo alla tragedia è detenuto nella Rems (struttura sanitaria che ospita persone con disturbi mentali e autori di reato) di Empoli. All’udienza ha preso parte il fratello del giovane che ha chiesto, tramite il suo legale che assiste anche lo zio e il padre del giovane, di nominare un consulente per assistere alla perizia psichiatrica che comincerà il 5 maggio in vista dell’incidente probatorio fissato il 15 settembre. In aula c’erano il procuratore Luca Tescaroli e il pm Laura Canovai. Il giudice, nel formulare il quesito, ha chiesto di stabilire se il ragazzo è ancora pericoloso, se è capace di intendere e volere, se i suoi problemi cognitivi sono disturbi reversibili o irreversibili, se è in grado di seguire un eventuale processo a suo carico.
La tragedia si è consumata all’alba del 25 febbraio a Montepiano dove i vigili del fuoco, intervenuti per una segnalazione di incendio nella villetta dove Anna Viliani viveva con il figlio, trovarono il giovane che vagava in strada in stato confusionale. Intervennero anche i carabinieri della vicina Stazione. I pompieri trovarono il corpo della donna riverso a terra durante le operazioni di spegnimento del fuoco nella villetta. Il ragazzo ha subito confessato l’omicidio spiegando di aver nutrito da sempre risentimento nei confronti dei suoi familiari in quanto – secondo quanto ha detto – lo avrebbero trattato male da quando è nato. L’autopsia ha confermato che il ragazzo ha colpito la mamma con 50 coltellate, nessuna delle quali è stata mortale. Poi ha atteso che morisse dissanguata per circa 11 ore. Una volta avuta la certezza che la mamma fosse morta ha appiccato il fuoco alla casa, ha fatto uno zaino ed è uscito in strada chiedendo aiuto ai vicini. Secondo quanto riferito, il ragazzo ha giustificato il fatto di aver dato fuoco alla casa per avere la certezza di non tornarvi mai più in quanto per lui rappresentava un luogo di sofferenza e dolore. Da quando aveva smesso di andare a scuola, il giovane non è più uscito di casa. Nell’agosto scorso aveva già aggredito la mamma tanto che erano intervenuti i carabinieri.
L.N.