
Una corsia del pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano
Prato, 7 marzo 2023 - Ex Creaf e medici del pronto soccorso: sulle questioni sollevate da Fratelli d’Italia interviene il direttore generale dell’Asl Toscana centro, Paolo Morello Marchese, perché "l’attenzione ai bisogni di salute dei pratesi è massima" ed impegna "migliaia di operatori sanitari capaci".
A che cosa servono i letti di cure intermedie?
"E’ sbagliato affermare che i letti di cure intermedie, che dovevano essere realizzati al Creaf, avrebbero risolto il problema dell’attesa in pronto soccorso: non sono un’alternativa al ricovero ospedaliero. Sono letti territoriali a bassa complessità che non possono curare i pazienti acuti. A villa Fiorita i 7 posti letto aggiuntivi dichiarati a gennaio sono usati non come aumento di letti di medicina da Dea ma come aumento di posti per percorsi riabilitativi residenziali vista la domanda del momento. A febbraio abbiamo attivato ulteriori 10 posti nelle 12 ore da recupero covid afferenti sempre ad Ama (Area medica di accettazione) e 8 letti ordinari. Non è vero che a Prato non ci sono letti di cure intermedie: 23 sono al vecchio ospedale e 42 alla Melagrana, e sono funzionanti".
Che cosa garantiscono?
"Garantiscono la presa in carico medico-infermieristica in area a maggior comfort. Tutto ciò è previsto in inverno quando la necessità di ricovero aumenta. Si sta procedendo con l’attivazione di 10 letti di terapia intensiva (con l’assunzione di anestesisti e personale d’assistenza del comparto), liberati dal trasferimento in unità coronarica dei letti da poco inaugurati. In pronto soccorso sono operativi i percorsi di Fast track, come le agende specialistiche di secondo livello dedicate al pronto soccorso ed implementate per favorire la presa in carico dello specialista per risposte ai casi dimissibili. Nell’ultimo mese sono state aperte agende di secondo livello di reumatologia e diabetologia al vecchio ospedale. Tale servizio si aggiunge alle attività esistenti del day service dell’ala sud e delle specialità dell’ala nord. Si stanno definendo anche i criteri clinici per invio ad agende dedicate di fisiatria che apriremo a breve, come nei casi di lombalgia acuta".
I provvedimenti per la carenza di medici dell’emergenza?
"Si è proceduto alla proroga di 3 medici Uca (ex Usca) al Dea per un mese, secondo la normativa vigente. Nei prossimi due mesi avremo un reintegro di 6 medici nelle medicine: da aprile faranno 30% in Dea per la gestione dei pazienti in transito per il ricovero e già controllati, ma anche per aperture da triage. È in corso di miglioramento informatico la presa in carico dei pazienti. Dal primo aprile inseriremo il geriatra in pronto soccorso diurno per seguire gli anziani in Dea con recupero di 4 posti in Ama. In questi giorni è già entrato in servizio un geriatra. Con aprile arriverà un gastroenterologo con 30% attività al pronto soccorso. Dal 1 7 marzo arriverà un medico a tempo pieno per il Dea. In totale il pronto soccorso acquista in orario il 30% di 6 internisti, un gastroenterologo e un medico al 100%, più un geriatra nelle 12 ore diurne".
Quale il destino del Pegaso?
"Ora il Pegaso ha lo stoccaggio di arredi per l’ospedale. Sono stati recuperati e ridistribuiti tutti gli elettromedicali, farmaci e presidi già nei mesi scorsi. Tutto è ben custodito e con tenuta comune tra ospedale e Società della salute del materiale presente. Il Pegaso 2 fino alla chiusura è stato utilizzato per ricovero covid e per terapie monoclonali, utilizzato h 24 e con gran supporto in epoca di piena pandemia adeguando una struttura che non era nata per attività sanitarie (effettuati 1.263 ricoveri e 281 terapie monoclonali. Sono stati impegnati 24 medici, 27 infermieri, 25 oss più un responsabile medico e un coordinatore). Terminato lo stato d’emergenza ogni attività sanitaria necessita del rispetto dei criteri specifici strutturali e impiantistici".
Che cosa non ha funzionato nel passaggio di proprietà dell’ex Creaf fra Regione ed Asl?
"La procedura è complessa come la modifica strutturale per renderla adeguata ad uso sanitario. Era probabile che la scadenza del 31 marzo non avrebbe permesso all’Asl di presentare tutti i documenti per accedere al finanziamento Pnrr. È responsabilità di una buona amministrazione pubblica operare in sicurezza per operatori e cittadini e non perdere tali finanziamenti e dirottarli verso altra struttura pratese già in possesso dell’Asl anziché perderli. Tali fondi saranno usati per un ospedale da realizzare entro il 2026 alla Melagrana o al vecchio ospedale".
Nessuno spreco all’ex Creaf?
"Le affermazioni relative ai costi dell’ex Creaf sono confondenti: dei 26 milioni citati (da Fratelli d’Italia, ndr) sono conteggiati i soldi spesi dalla Provincia e dallo Stato per sanare l’area più grande della piccola porzione usata per la pandemia. Per il nostro adeguamento ne abbiamo impiegati poco più di 2.5 milioni, ripagati dai ricoveri e dalle decine di migliaia di vaccinazioni e visite effettuate nel Pegaso 1. Il Creaf sarà impiegato a fine sanitario, come detto dal presidente Eugenio Giani. Le procedure amministrative vanno avanti, come la progettazione strutturale, impiantistica ed antisismica. Sta per uscire il bando nazionale ex articolo 20 (edilizia sanitaria) e i lavori avranno un finanziamento di 4.9 milioni.
Altri progetti il territorio?
"Si sta lavorando all’ampliamento della Casa della Salute Prato centro est con ulteriori specialità mediche (reumatologia, neurologia, geriatria, internisti gastroenterologi) e con 17 medici di famiglia. A breve sarà attivato il day service territoriale per ridurre l’afflusso al pronto soccorso. Dal primo aprile saranno ampliati i servizi del distretto di Carmignano con fisioterapia e logopedia". Intanto la Regione incontrerà le Asl sulla riorganizzazione dei pronto soccorso: alla Centro toccherà il 9 marzo.