"Per noi la riconferma della stella Michelin per il terzo anno consecutivo è stata importantissima. È frutto di grande abnegazione, passione e sacrifici da parte nostra e dell’intero staff di Paca". Sono comprensibilmente orgogliosi Niccolò Palumbo e Lorenzo Catucci, rispettivamente chef e responsabile di sala del ristorante pratese, commentando il prestigioso risultato appena ottenuto. L’offerta enogastronomica si conferma su livelli di eccellenza in provincia di Prato. Nel nostro territorio c’è infatti un poker di locali di tutto rispetto, e la riconferma della Stella Michelin a Prato dopo anni di assenza assume dunque significati molteplici.
"Confermare la stella Michelin è difficile almeno quanto raggiungerla per la prima volta. È un traguardo che ci inorgoglisce e ci stimola. Dal punto di vista aziendale è fondamentale per la continuità e stabilità lavorativa", aggiungono i giovani gestori del ristorante che dalla sua apertura ha subito conquistato i palati dei pratesi e non solo.
"Adesso ci proiettiamo subito sugli obiettivi futuri: vogliamo continuare a perseguire il cammino avviato da qualche anno, quello che ci ha portato ad avere un ambiente lavorativo sano e positivo, con uno staff che ormai è parte fondamentale e integrante del progetto. Il nostro approccio professionale sarà sempre più green e sostenibile, oltre che teso a valorizzare ancora di più il contributo delle piccole realtà territoriali nelle nostre ricette". Pratese, classe ‘88, lo chef Palumbo è reduce da quasi due anni a Villa Crespi, a fianco di Antonino Cannavacciuolo, dopo essere transitato dal tristellato Lasarte di Martin Berasategui e dal Bracali di Massa Marittima, nei due anni in cui il ristorante è passato da una a due stelle Michelin. Il 32enne Catucci si occupa dell’accoglienza e della sala, curando anche la carta dei vini attraverso un accurato lavoro di ricerca di produttori e aziende, con proposte di nicchia biologiche e biodinamiche.
Un plauso per il riosultato ottenuto e confermato arriva da Confcommercio: "Il risultato che il Paca è riuscito a realizzare per il secondo anno di fila – commenta l’associazione – è la prova del grande valore che il territorio è in grado di esprimere sotto il profilo dell’accoglienza enogastronomica. Un asset che per noi si conferma sempre più strategico, nella sua capacità di integrarsi con un’offerta completa, per stimolare una frequentazione qualificata del territorio, muovendo l’economia di molteplici settori".