
Padre Bernardo Gianni, pratese, abate di San Miniato al Monte a Firenze
La morte di Papa Francesco "indubbiamente è una perdita che inquieta, perché tutti noi in questo momento avevamo e abbiamo tanto bisogno di testimoni autorevoli e Papa Francesco lo era in sommo grado. Perché non parlava soltanto con l’intelligenza, il cuore, la parola, ma anche la forza del gesto e la coerenza, diciamo, di una vita. Ci auguriamo che lo Spirito Santo, come certo che accadrà, saprà condurre la Chiesa e affidarla a chi, come papa Francesco, le ha restituito anche quell’autorevolezza capace di contribuire a quel coro, giustamente più ampio e purtroppo non universale, che invoca pace e giustizia per il mondo intero". Così il pratese padre Bernardo Gianni, abate dell’abbazia di San Miniato al Monte di Firenze, che nel 2019 ha tenuto meditazioni durante gli esercizi spirituali per il Papa e la curia romana, intervistato da Radio Toscana.
"Credo che uno dei verbi chiave per comprendere, penso un po’ anche alla psicologia oltre che alla spiritualità di questo straordinario testimone del Vangelo, sia accorciare: accorciare la distanza, accorciare tutto quello che in qualche misura ci impedisce di cogliere un dato essenziale, ovvero l’appartenenza di ognuno di noi a quella famiglia umana di cui" Papa Francesco "ha inteso svelarne le potenzialità di amore, ma anche le contraddizioni e le ferite. E di farlo riconducendoci con un’autorevolezza dialogante e rispettosa verso quella possibilità che il Vangelo insegna al nostro cuore, ovvero chiamare Dio Padre ed estendere dunque la categoria della fraternità il più possibile. Nella consapevolezza che il futuro della nostra convivenza è tanto quanto daremo futuro alla categoria della fraternità escludendo quindi dinamiche di violenza, di odio, di guerra, di tutto quello che invece purtroppo sembra tenere in ostaggio il presente e soprattutto il futuro".
"Il dialogo interreligioso e l’attenzione agli emarginati – le parole di padre Bernardo – sono una delle tante sfaccettature riconducibili a un’attitudine di esuberante umanità che peraltro abbiamo imparato ad amare nei suoi ‘fuori programmi’ e tutte quelle situazioni relazionali che dal basso verso l’alto hanno sempre avvicinato papa Francesco agli altri in una dimensione così generosa, disinteressata e prorompente".
Padre Bernardo, a fine febbraio, fu ospite al Beste Hub di fronte a una sala gremita di persone: ha raccontato come vede la Prato del terzo millennio, multiculturale e multireligiosa, dal suo osservatorio della Basilica di San Miniato al Monte.
Rispetto a una Firenze mercificata e votata ormai esclusivamente al terziario, Prato mantiene ferma la propria vocazione manufatturiera e accetta la sfida del futuro con l’innovazione di aziende come Beste.