REDAZIONE PRATO

Padre Bernardo: "Mi sentivo inadeguato. Francesco mi spronò a non tirarmi indietro"

L’abate di San Miniato guidò gli esercizi spirituali di Quaresima nel 2019 "Ho capito che quello che gli interessava non era la competenza intellettuale, ma la condivisione di un’esperienza del Signore".

L’abate di San Miniato guidò gli esercizi spirituali di Quaresima nel 2019 "Ho capito che quello che gli interessava non era la competenza intellettuale, ma la condivisione di un’esperienza del Signore".

L’abate di San Miniato guidò gli esercizi spirituali di Quaresima nel 2019 "Ho capito che quello che gli interessava non era la competenza intellettuale, ma la condivisione di un’esperienza del Signore".

Padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte a Firenze, porterà nel cuore lo stupore e la prossimità, sentimenti con cui ha vissuto il compito di guidare gli esercizi spirituali di Quaresima del Papa e della Curia romana nel 2019, ad Ariccia. Giorni vissuti fianco a fianco con papa Francesco, che lo aveva scelto per quegli esercizi spirituali, nella quotidianità più semplice, dai pasti insieme al dialogo.

"E’ stata un’esperienza straordinaria, tanto che talvolta mi pare impossibile averla vissuta – dice l’abate originario di Prato – Quel momento di servizio l’ho vissuto con stupore perché non mi sentivo adeguato. Ma il Papa mi ha sempre incoraggiato a non tirarmi indietro, a farlo sapendo che quello che a lui interessava non era la competenza intellettuale, ma la condivisione di un’esperienza del Signore e della Chiesa".

Il tema scelto da padre Bernardo è stato quello "di raccontare la dimensione della presenza del Signore nella città, argomento caro al Papa che in ’Evangelii Gaudium’ aveva dedicato una sezione del Dio che si nasconde nella città". Un tema sviluppabile anche con l’aiuto di testi autorevoli come la voce di La Pira, di poeti e dell’arte. "Ho fatto parlare le cose che amo di più come la poesia e l’arte, la bellezza. All’inizio c’è stato un momento di spiazzamento, poi alla fine siamo entrati tutti nella dimensione che con la poesia e l’arte si comprendono tanti aspetti della Rivelazione – aggiunge – Sono state giornate di grande grazia anche per la possibilità di trascorrere momenti di vita quotidiana con il Papa". Lo stupore padre Bernardo lo associa anche al primo colloquio che il Pontefice gli chiese come direttore degli esercizi spirituali: "Hai un po’ di tempo per me?", mi domandò nel giorno dell’anniversario della sua ordinazione dopo aver ascoltato la mia riflessione in cui avevo citato versi di Margherita Guidacci sul possibile e l’impossibile. Lo accolsi nella mia stanza, dove avevo la scrivania piena zeppa di libri. Lui vedendomi come trincerato dietro quei volumi, fece spazio creando un varco per vederci e per parlare. Era in grado di mettere tutti a proprio agio".

Un Papa che ha saputo "accorciare le distanze", sottolinea padre Bernardo. Dopo quei giorni di Ariccia, "ci siamo scritti, gli ho inviato i libri degli esercizi, ma non ci siamo più incontrati personalmente: finita l’esperienza sono tornato ad essere il monaco di sempre e Lui al suo servizio universale". Che cosa ha lasciato nel cuore dell’abate quel momento? "Ha lasciato la grazia di aver percepito per qualche istante, in modo più intenso, l’universalità della Chiesa – rivela – Stare vicino al Papa ha significato lasciarsi coinvolgere da una persona che ha provato davvero ad accorciare ogni distanza con il suo ascolto, con il suo interesse per chiunque avesse di fronte nella massima disponibilità".

E il riconoscimento per il servizio reso al Santo Padre e alla Curia romana, è giunto dalle parole dello stesso Francesco al momento del congedo. "Mi ha colpito il tuo lavoro per farci capire che Dio sempre si fa presente nell’umano – ebbe modo di dire il Papa – Ti ringrazio tanto di questo lavoro, di averci parlato di memoria e di speranza, di lavoro, di pazienza, come segnandoci la strada per avere quella di memoria del futuro che ci porta sempre avanti". E poi un apprezzamento per il "taglio" che padre Bernardo aveva dato a quei giorni di incontro, in un primo momento spiazzante per i titoli e i riferimenti a poeti ed arte: "Ho pensato al documento conciliare, la ’Gaudium et spes’ che ha tante resistenze anche oggi. In qualche momento ti ho visto col coraggio dei padri conciliari quando hanno firmato quel documento". Dal lunedì dell’Angelo, padre Bernardo ed i monaci stanno pregando per il Papa: oltre a partecipare alle iniziative diocesane, è probabile che domani la comunità di San Miniato scenderà a Roma a rendere omaggio al Santo Padre.

Sara Bessi